L’ex presidente Chen Shuibian rimane in carcere
Taipei (AsiaNews/Agenzie) – L’Alta Corte di Taiwan ha respinto ieri la domanda di libertà su cauzione presentata dall’ex presidente Chen Shuibian e ne ha confermato la detenzione cautelare per altri 3 mesi, al termine di una camera di consiglio durata oltre 4 ore. Chen è stato quindi riportato al carcere, nonostante le proteste di alcune decine di sostenitori che hanno persino lanciato uova e bottiglie d’acqua contro il palazzo di giustizia, fronteggiati dalla polizia.
Wen Yaoyuan, portavoce del tribunale, ha spiegato la decisione con la gravità della condanna riportata da Chen l’11 settembre, riconosciuto colpevole di 6 gravi reati e condannato all’ergastolo. Ha anche ribadito il rischio di fuga all’estero per evitare di scontare la pena, nonché il pericolo che inquini le prove relative ad altra accusa per corruzione per cui deve ancora essere processato.
Esperti dicono che Chen aveva nutrite speranze di tornare libero, anche perché due dei tre giudici sono noti come sostenitori dei diritti umani. La sua linea difensiva ha però suscitato molte perplessità, quando il 23 settembre ha persino rivolto un appello al presidente Usa Barack Obama affermando che Taiwan sarebbe sotto la giurisdizione degli Stati Uniti a seguito della resa del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale. Cosa che giustificherebbe un intervento giurisdizionale degli Usa. In modo più concreto, si era comunque detto disponibile ad accettare gli arresti domiciliari e il ritiro del passaporto, pur di uscire di prigione, ma il tribunale le ha ritenuto richieste nuove da presentare in un’altra richiesta.
Chen è detenuto dal 30 dicembre. Egli insiste a proclamarsi vittima di un complotto politico, orchestrato da Pechino. Dopo la condanna è stato radiato dal suo partito.