L’euro forte fa crollare le esportazioni Ue verso Pechino
L’Unione europea ha avuto un deficit commerciale di 135 miliardi di dollari in 12 mesi (+46%). Esperti: dipende dai mutati gusti del mercato cinese (più generi di consumo, meno macchinari), ma anche dall’apprezzamento dell’euro su yuan e dollaro. Ora anche l’Europa chiede la rivalutazione dello yuan.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Diminuisce con rapidità l’importazione cinese dai Paesi dell’Unione europea, specie per l’euro forte e il cambio dei gusti del Paese. A ottobre le importazioni cinesi sono state le più basse da mesi e Pechino ha avuto un surplus negli scambi commerciali mondiali di 27 miliardi di dollari, più che nell’intero 2003. Secondo i dati forniti da Ue e Usa, l’import di Pechino verso l’Ue è stato di 9,7 miliardi al mese negli ultimi 3 mesi, circa il 5% meno rispetto allo stesso trimestre del 2006.
In crescita, ma molto contenuta, le importazioni da Stati Uniti e Giappone. Mentre aumenta rapida l’importazione da altri Stati. All’inizio del decennio circa metà delle importazioni cinesi venivano da queste tre aree industriali, mentre ora contribuiscono per meno di un terzo.
Causa primaria sono le mutate esigenze della popolazione cinese, che chiede sempre più prodotti di consumo, come alimentari e petrolio, mentre diminuisce la richiesta per macchinari e tecnologia prima indispensabili per la produzione industriale. La Germania, grande produttrice di macchinari, è passata da un surplus commerciale di circa 8 miliardi nel 2004, a un deficit annuale di oltre 3 miliardi: il deficit europeo è stimato di 135 miliardi negli ultimi 12 mesi.
Esperti ritengono responsabile anche l’euro forte, che rende le merci Usa e giapponesi più competitive: il deficit commerciale europeo verso la Cina è cresciuto del 46% in un anno, mentre quello degli Stati Uniti (arrivato a ben 162 miliardi) è cresciuto “solo” del 18%. Per questo anche l’Ue insiste, insieme agli Usa, che Pechino deve rivalutare lo yuan: negli ultimi 12 mesi la valuta cinese si è apprezzata del 5,3% verso il dollaro e dell’1,3% sullo yen, mentre l’euro ha guadagnato ben il 7,6% contro lo yuan e la sterlina britannica il 3,3%.
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