L’espansione dell’Islam nel Caucaso e nell’Asia centrale
La difficile situazione del Caucaso, cuore dell’Eurasia e crocevia di culture, sta portando a un’espansione del fondamentalismo islamico, con possibili esiti destabilizzanti. E’ la tesi del Centro per gli Studi dell’Est, sostenuta con abbondanza di esempi e di dati. Si svolge a Roma un’importante conferenza.
Roma (AsiaNews) – Il crollo del regime sovietico, la miopia dell’Occidente attento all’economia più che ai diritti umani, gli errori e la violenza di Mosca di fronte alle richieste di indipendenza nel Caucaso settentrionale: la crisi sociale ed economica del Caucaso sta favorendo l’espansione del fondamentalismo islamico. E’ la tesi sostenuta nei lavori del Centro per gli Studi dell’Est, con sede a Varsavia, che tiene domani 21 marzo una conferenza a Roma. Con il titolo: “L’Islam nell’attuale contesto dell’Asia Centrale e del Caucaso: un approccio socio-politico”, Jacek Cichocki, Maciej Falkowski e Krzysztof Strachota, studiosi del Centro, parleranno alla Pontificia Università Gregoriana che ha organizzato l’incontro insieme all’Ambasciata della Repubblica di Polonia presso la Santa Sede.
La tesi elaborata in vari studi del Centro, parte dalla constatazione che la regione caucasica è, al contempo, il centro dell’Eurasia e la linea di confine delle culture europea, russa, cinese e musulmana. Il crollo dell’Unione Sovietica ha portato alla creazione di vari Stati indipendenti: Georgia, Armenia e Azerbaigian nel Caucaso meridionale, e Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Turkmenistan e Tagikistan nella regione settentrionale. Ma ha anche causato la nascita di un sentimento nazionalista nei Paesi del Caucaso settentrionale rimasti sotto la federazione russa, molto più simili agli Stati caucasici e dell’Asia centrale che agli altri Paesi russi.
La regione è ora terra di confronto delle potenze mondiali come Stati Uniti, Russia e Cina, ma pure dei maggiori Stati locali come Iran e Turchia. Tuttavia l’Occidente si è presto mostrato un modello poco credibile, dato che i suoi frequenti richiami alla democrazia e ai diritti umani sono poi trascurati per privilegiare gli interessi economici.
Dopo i decenni di forzato ateismo sovietico, l’islam si è rivelato la religione dominante nella regione, a parte Georgia e Armenia che sono cristiane. Esso si è rivelato un pilastro dei costumi regionali, un’ideologia insita nella società e un tratto dell’identità nazionale. E’ una religione che ha una tradizione locale di tolleranza, che permette ai cristiani (tra cui molti russi ortodossi) di vivere la loro vita, anche se i tentativi di proselitismo verso i musulmani causano spesso reazioni accese e anche violente. Negli ultimi anni l’islam ha sempre più assunto un carattere di forte connotazione nazionale, specie nei Paesi della federazione russa. Intanto, gli Stati indipendenti escono sempre più dall’orbita sovietica e si affacciano in una comunità musulmana mondiale connotata da una grande incertezza, con guerre endemiche in Iraq, Afghanistan e Palestina, mentre assumono un ruolo di crescente importanza i movimenti radicali e da Paesi come l’Iran.
Il maggior ruolo dell’islam è stato favorito anzitutto dai gravi errori di Mosca, che ha soffocato nel sangue le spinte nazionaliste e indipendentiste in Cecenia e altrove nel Caucaso settentrionale. Questi Paesi attraversano una grave crisi economica e sociale e i giovani sono avviliti dalla mancanza di opportunità.
Dove manca la libertà sociale, l’islam fondamentalista cerca di allearsi con chi protesta contro l’autoritarismo o è scontento per i problemi economici e sociali. Il malcontento è giunto ad esplodere in proteste di piazza, come ad Andijan in Uzbekistan nel maggio 2005 e nella città di Nalchik nel Caucaso settentrionale russo nell’ottobre 2005. I governi hanno represso queste proteste nel sangue con grande ferocia e l’Occidente non è andato oltre condanne verbali.
Nel Caucaso settentrionale russo, la mancanza di libertà e il soffocamento violento delle aspirazioni autonomiste e indipendentiste ha così portato un crescente sviluppo del fondamentalismo islamico, spesso unico sbocco per le proteste e le aspirazioni dei giovani. Il Centro studi conclude che “è improbabile che l’espansione del fondamentalismo islamico [nella regione] si esaurisca, mentre si può prevedere che l’influenza dell’islam nell’intero Caucaso diventi piuttosto un elemento di destabilizzazione”.
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