L’esercito di Colombo crea una zona sicura per i civili in fuga dalla guerra
di Melani Manel Perera
Il capo dei militari a Vanni incontra la responsabile della Croce rossa per pianificare l’accesso e la protezione dei civili nell’area. Presuli cattolici e anglicani apprezzano la decisione dell’esercito e invitano le Tigri tamil a non violare la zona con attacchi contro militari e rifugiati.
Colombo (AsiaNews) - I vescovi cattolici e anglicani valutano in modo positivo la decisione dell’esercito srilankese (Sla) di ampliare la zona di sicurezza nel distretto di Mullaittivu per offrire rifugio alla popolazione civile di Vanni.
Le agenzie umanitarie parlano di almeno 230mila persone intrappolate dietro il fronte su cui si stanno scontrando l’esercito di Colombo e i ribelli del Liberation Tigers of Tamil Eelam (Ltte). Il 21 gennaio, in accordo con il ministero della difesa, la responsabile della Croce rossa internazionale (Icrc) di Vavuniya, Valerie Petitipierre, e il comandante delle forze di sicurezza a Vanni, il generale Jagath Jayasuriya, hanno discusso su come garantire l’accesso e la protezione dei civili nella zona di sicurezza.
Il generale ha riaffermato l’impegno dell’esercito a non causare vittime tra la popolazione secondo il principio dello Zero Civilian Casualty (ZCC). Jayasuriya ha spiegato che le forze di Colombo stanno compiendo ogni sforzo per evitare che i ribelli usino la zona cuscinetto per attaccare le truppe regolari. “L’uso di civili innocenti come scudi umani compiuto dal Ltte - ha affermato il generale - deve essere condannato da tutti quanti”.
Il ministero della difesa ha inoltre reso noto che Jagath Jayasuriya ha incontrato anche il responsabile della logistica del World Food Program per verificare i progressi dei rifornimenti degli aiuti umanitari agli sfollati nei distretti di Mullaittivu e Kilinochchi.
Per rendere più efficace il programma di aiuti, la Croce rossa ha chiesto un rapporto dettagliato sulle persone ricoverate nell’ospedale generale di Puthukudiyirippu, vittime dei più recenti attacchi terroristici che hanno colpito in modo indiscriminato tra la popolazione civile.
Esponenti delle Chiese cattolica e anglicana dell’isola hanno espresso la loro approvazione all'istituzione della zona di sicurezza sottoscrivendo un documento comune in cui affermano che la decisione “permetterà di proteggere e salvare le vite di numerosi civili”.
La dichiarazione, resa nota il 22 gennaio, è sottoscritta, tra gli altri, dai vescovi cattolici di Mannar, Jaffna e Anuradhapura e da quelli anglicani di Kurunegala e Colombo. I presuli chiedono anche al Ltte di rispettare questa scelta per la sicurezza dei civili permettendo loro di accedere alla zona e sfruttare tutte le iniziative a favore della loro protezione.
I vescovi invitano inoltre il governo a coinvolgere l’Icrc, l’Unhcr ed anche esponenti indipendenti della popolazione tamil per rendere ancor più raggiungibile l’area.
I leader delle due principali confessioni cristiane del Paese condividono la comune intenzione di preghiera per “una maggiore fiducia tra le comunità e uno Sri Lanka non violento e giusto per tutti”.
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