L’esercito birmano ignora il cessate il fuoco e continua l’assedio ai Kachin
Yangon (AsiaNews) - Continua l'offensiva dell'esercito birmano contro le milizie ribelli Kachin, nell'omonimo Stato a nord del Myanmar, al confine con la Cina. Lo scorso 18 gennaio il presidente Thein Sein ha ordinato il cessate il fuoco, invitando i militari a interrompere l'attacco all'area di La Ja Yang, poco distante la frontiera cinese. Al contempo, il capo di Stato ha negato il proposito di conquista di Laiza, dove peraltro si susseguono forti esplosioni. Tuttavia, fonti di AsiaNews riferiscono che i soldati continuano la loro avanzata, lanciando bombe e granate che finiscono per coinvolgere anche i civili.
In queste ore il Tatmadaw (l'esercito birmano, ndr) mira a conquistare avamposti strategici attorno a Laiza, considerata il quartier generale e roccaforte del Kachin Indipendence Army (Kia), in attesa di sferrare l'assalto finale. La scorsa settimana Human Rights Watch (Hrw) ha accusato i militari di "bombardare in maniera indiscriminata" la cittadina, dove vi sono numerose vittime fra la popolazione civile.
Finora le trattative non hanno dato alcun esito, sebbene il presidente Thein Sein abbia aperto a nuovi colloqui di pace. Una richiesta rispedita al mittente dai leader Kachin, secondo cui non è possibile intavolare trattative se non vi sono "gesti di buona volontà" dal fronte governativo, fra i quali una reale interruzione dei bombardamenti.
Fonti di AsiaNews nello Stato Kachin, anonime per sicurezza, parlano di "pesanti attacchi" dell'esercito birmano a Lagat Bum e Hka Ya, postazione strategica per la difesa di Laiza, dove si susseguono lanci di granate e mortai. Scontri si ripetono anche a Shwe Gu, nei pressi del fiume Irrawaddy, dove i soldati hanno circondato i duemila civili che abitano la zona. Intanto a Yangon ha preso il via una marcia di pace lanciata dai giovani, alla quale hanno aderito anche gruppi di monaci buddisti, che intendono raggiungere Laiza e chiedere la fine dei combattimenti.
L'organizzazione Kachin Kio (Kachin Indipendence Organisation), braccio "politico" del Kia, è il solo gruppo "ribelle" birmano a non aver sottoscritto un accordo di pace con il presidente Thein Sein e il governo "riformista". Le violenze sono riprese nel giugno 2011, dopo circa 17 anni di relativa calma. Alla base dello scontro, il rifiuto opposto dai leader Kachin di abbandonare una "postazione strategica", che sorge accanto a un importante impianto idroelettrico, frutto di un accordo congiunto fra Cina e Myanmar. Per gli esperti è proprio lo scontro coi Kachin, il "problema dei problemi" - nel lungo periodo - che dovrà affrontare e risolvere il governo centrale in un'ottica di "democratizzazione".