L’esempio di Madre Teresa, contro gli aborti selettivi femminili in India
Mumbai (AsiaNews) - Alla vigilia della festa di Madre Teresa, il suo spirito "deve spingerci a combattere contro aborti selettivi, feticidi e infanticidi femminili". Così il dr. Pascoal Carvalho, membro della Pontificia accademia per la vita, invita a riflettere su quello che egli definisce "il malessere della società indiana", un fenomeno in costante aumento che rischia di alterare la composizione della popolazione del Paese. In India e nel mondo, spiega il medico, "Madre Teresa è rispettata per il suo amore verso ogni essere umano, e per la sua difesa della dignità e santità della vita dal suo concepimento, fino alla sua morte naturale". Proprio per questo, la giornata di domani - anniversario della morte della beata e sua memoria liturgica - rappresenta il momento migliore per ripensare la lotta contro tutto quello che promuove "una cultura di morte".
Secondo l'ultimo censimento del governo (2011), in media nascono 914 bambine ogni 1000 maschi. Un dato allarmante, perché proprio negli anni in cui il governo ha adottato diverse misure e campagne di sensibilizzazione sul tema, lo squilibrio tra maschi e femmine è aumentato: nel 2001 infatti, la sex ratio era di 927 femmine ogni 1000 maschi. Dal 1994, con l'approvazione del Pre-Natal Diagnostic Technologies (Pndt) act, in India è illegale l'uso di particolari esami per determinare il sesso del feto. In base alla legge, i medici devono presentare una lista delle pazienti su cui, per ragioni di pura salute, hanno condotto tali test. Tuttavia, il Pndt non è servito a frenare la diffusione di aborti selettivi e infanticidi femminili, e ha anzi favorito la diffusione di cliniche clandestine.
"Questo disturbante fenomeno - spiega il dr. Carvalho - è in parte legato a ragioni culturali: una società patriarcale che da sempre preferisce il figlio maschio". In questo contesto, "la femmina è considerata un peso, soprattutto economico: per contrattare un buon matrimonio, la famiglia della futura moglie deve assicurare una dote consistente". Ma una volta sposata, la donna non sarà rispettata finché non darà alla luce un bambino: per questo, sottolinea il medico, "il feticidio femminile ha anche implicazioni sociali: svuota la donna di ogni valore e la rende succube dell'uomo. È una grave violazione dei diritti umani, e il lato più oscuro della nostra società".
L'opera della Missionaria non si ferma però solo alle violenze contro neonate e bambine. Nel suo discorso di accettazione del Nobel per la Pace (1979), ella disse: "Milioni di bambini muoiono intenzionalmente, per volontà delle loro madri. Perché se una madre può uccidere suo figlio, cosa ci impedisce di uccidere noi stessi, o un altro?". La lotta contro i feticidi femminili, nota il dr. Carvalho "deve allora rivolgersi contro ogni forma di aborto, perché [l'aborto] distrugge il rispetto e la sacralità della vita. Madre Teresa ha promosso il valore della vita umana con le parole e con i fatti. Qualsiasi vita umana: anche quella di chi non è ancora nato. Ripetiamoci le sue parole: 'se un bambino non è al sicuro nel grembo di sua madre, dove mai potrà esserlo nel mondo?'".