L’eroe della Sars in Cina chiede le scuse del Partito per essere stato arrestato
Pechino (AsiaNews) – Il dottore che per primo ha denunciato l’epidemia di Sars a Pechino, ha chiesto al Partito le scuse per averlo arrestato dopo le critiche da lui espresse sul massacro di Tiananmen. In una lettera indirizzata al segretario generale del Partito comunista e al Politburo, giunta ad AsiaNews, Jiang Yanyong chiede che le autorità “correggano i loro errori e esprimano delle scuse”.
La lettera è datata “6 febbraio 2009”. In essa Jiang Yanyong accusa in particolare l’allora capo della commissione militare, l’ex presidente Jiang Zemin, di averlo arrestato “violando la Costituzione [del Paese], quella del Partito e le regole disciplinari dell’esercito”.
Jiang Yanyong, 77 anni, è un dottore che lavora nell’esercito, all’ospedale 301 di Pechino. Nel 2003, in piena epidemia Sars è stato il primo a denunciarne la presenza costringendo il governo ad ammettere il problema e a allontanare l’allora ministro della sanità e il sindaco della capitale che avevano tenuto nascosto per mesi l’epidemia e la sua gravità. Grazie alla sua denuncia, e ai provvedimenti intrapresi, l’epidemia è stata debellata in pochi mesi, salvando molte vite. Pur avendo comunicato con giornalisti stranieri (azione proibita ai membri del Partito, senza l’autorizzazione), egli è stato considerato un eroe nazionale.
Ma nel febbraio 2004 egli ha inviato un’altra lettera, all’Assemblea nazionale del popolo, domandando la riabilitazione degli studenti e degli operai del movimento democratico dell’89, conclusosi con il massacro di piazza Tiananmen del 4 giugno. Nella lettera Jiang, che quel tempo all’ospedale curava i feriti dagli scontri, accusa i militari di aver fatto uso di armi vietate dalle convenzioni internazionali e accusa anche il governo di aver “drogato” i soldati facendoli credere che dovevano sconfiggere dei moti di insurrezione e “controrivoluzionari”. In questa seconda lettera egli domandava che alle vittime di Tiananmen fosse Dato l’onore di essere definiti “patrioti”.
A causa di ciò, il 1° giugno 2004 egli è stato prelevato dalla polizia e tenuto in un ostello dell’esercito. Per circa 10 mesi ha subito interrogatori e “sessioni di studio” per “comprendere e correggere” i suoi “errori”. È stato poi riportato a casa, ma tenuto agli arresti domiciliari ed è sotto inchiesta per “aver creato voci che demonizzano il Partito e lo Stato”.
Nella sua lettera a Hu Jintao e al Politburo, Jiang esige che gli vengano ridati i diritti per viaggiare all’estero (sua figlia Jiang Rui vive in California). In una velata accusa alla retorica di Hu Jintao, egli dice che solo con le scuse ufficiali e il ripristino dei suoi diritti, si può affermare che si stanno attuando gli “ideali della quarta generazione della leadership: ‘governo secondo la legge’, ‘mettere il popolo al primo posto’ e ‘costruire la società armoniosa’”. (WZC)
21/05/2018 12:38