L’epica indù-cristiana del XVII secolo, contro il fondamentalismo di oggi
Mumbai (AsiaNews) – Konkan Kristapurana, simbiosi della cultura cristiana e marathi, è un poema epico creato nel ‘600 da un gesuita, Thomas Stephens. L’opera rappresenta un tentativo di costruire un ponte fra fede cristiane cultura locale ed è stato discusso nel corso di un seminario organizzato ieri dal dipartimento di cultura marathi dall’università di Pune. Il testo offre le idee e le immagini della Bibbia in uno stile tradizionale (il purana) molto adatto a quanti si convertivano dall’induismo al cristianesimo. Il vescovo Thomas Dabre della diocesi di Pune, aprendo i lavori del seminario, ha sottolineato il valore attuale di quell’opera secolare: “Nell’età della globalizzazione, in cui c’è una tensione costante fra culture locali e straniere, fra tradizione e modernità, il Kristapurana indica la strada per bilanciare il vecchio e il nuovo, persino 400 anni dopo che è stato scritto. Il contributo radicale di questo poema epico è il messaggio secondo cui tutte le religioni dovrebbero essere aperte alle culture e ai modelli di pensiero nel mondo”.
Mons. Dabre ha detto che “Padre Stephens era padrone del marathi, e rispondeva alle aspirazioni della gente di capire il cristianesimo nel proprio linguaggio. E’ importante osservare come l’autore riusciva a essere in sintonia con il suo pubblico”. Uno specialista del Konkan Kristapurana, il salesiano Nelson Falcao, ha osservato che “E’ più che mai urgente oggi, a fronte di un fondamentalismo crescente che il Kristapurana sia utilizzato come guida per fronteggiare le sfide nella chiesa e nella società; è urgente e importante costruire ponti e dialogo a ogni livello, mentre il fanatismo religioso e il nazionalismo religioso crescono, e ci sono conflitti in nome della religione. Un aspetto affascinante del Kristapurana è il tentativo di realizzare un incontro indù-cristiani; il suo metodo di comunicazione efficace, e il processo di indianizzazione, adattamento e inculturazione”