L’emergenza di Fukushima oscura i “miserabili” sopravvissuti dello tsunami
di Toni Hiroshi
In molte zone non sono giunti aiuti. Bambini e anziani rischiano di morire perché mancano acqua, medicine, riscaldamento. Temperature notturne sottozero. Messaggio del vescovo di Osaka per domandare solidarietà a tutti i cattolici. Le difficoltà della Chiesa anglicana. Il Paese si ferma per un minuto di silenzio a ricordo dei morti. Continua l’impegno per il raffreddamento dei reattori nella centrale nucleare.
Tokyo (AsiaNews) – “L’emergenza nucleare di Fukushima rischia di far dimenticare la situazione difficile in cui si trovano i sopravvissuti al terremoto e allo tsunami nel nord-est del Paese”: è l’amara considerazione che alcuni cattolici giapponesi fanno ad AsiaNews.
Di ora in ora “crescono le notizie e la confusione sul modo in cui si sta cercando di abbassare la temperatura ai reattori di Fukushima, ma nelle zone colpite dallo tsunami vi sono ancora aree dove le squadre di soccorso non sono ancora arrivate. La gente, soprattutto anziani e bambini, rischiano di morire perché mancano di tutto: acqua, elettricità, cibo, medicine, mentre la notte, la temperatura va anche sottozero”.
Il Centro di aiuto della diocesi cattolica di Sendai, in collaborazione con la Caritas, ha iniziato il suo lavoro. Esso raccoglie fondi per i terremotati e per ricostruire le chiese distrutte. Il centro sta approntando anche un piano per distribuire aiuti e volontari nelle diverse zone della diocesi, ma le distruzioni e le strade impraticabili per le macerie rendono gli spostamenti difficili. Il Centro funzionerà per almeno sei mesi e la Caritas Giappone ha già ricevuto offerte per quasi 250 mila dollari Usa.
L’arcivescovo di Osaka, mons. Leo Ikenaga, presidente della Conferenza episcopale giapponese, ha inviato oggi a tutte le diocesi un messaggio domandando a tutti i cattolici di mostrare solidareità verso coloro che stanno soffrendo e che hanno perduto i loro cari e le loro case. Egli domanda ai fedeli di fare il possibile per aiutare soprattutto coloro che mancano di cibo e medicine, con preghiere e offerte economiche.
Nelle difficoltà e nelle continue emergenze, i giapponesi non hanno perduto il senso della solidarirtà. Quest’oggi in tutto il Paese, a una settimana dal disastro, si è osservato un minuto di silenzio. “É stata una forte esperienza – racconta p. David Uribe, missionario di Guadalupe a Tokyo – vedere bambini, giovani e vecchi piegare il capo e unirsi in preghiera per il dolore di questo Paese”.
Anche altre Chiese hanno enormi problemi. Il vescovo anglicano di Tohoku, il rev. John Hiromichi Kato, afferma a Christian Today che finora non si riesce a conoscere né il numero di fedeli morti, né a fare un bilancio delle distruzione degli edifici e delle chiese. “Lo tsunami e gli incendi – afferma – ci ha resi tutti miserabili. Non eravamo per nulla preparati a un problema di queste dimensioni”.
Il bilancio delle vittime è cresciuto, superando quelle del terremoto di Kobe del 1995: i morti sono quasi 7 mila; i dispersi sono oltre 10 mila e vi sono più di 2500 feriti.
Intanto prosegue l’emergenza alla centrale nucleare di Fukushima dove per tutto il giorno soldati e pompieri hanno cercato di abbassare la temperatura dei reattori usando camion cisterne. L’impegno non sembra aver raggiunto grossi risultati. Altri operai, volontari, stanno riconnettendo le linee elettriche alla centrale per riattivare le pompe degli impianti di raffreddamento.
I veri eroi della situazione sono i 50 ingegneri che lavorano nella centrale, esposti alle radiazioni, che hanno turni brevissimi di 10 minuti, per evitare sovraesposizioni e surriscaldamenti.
Personalità dell’esercito Usa, che sorvegliano con aerei senza pilota l’impianto, dichiarano di essere “cautamente ottimisti” nel poter contenere i danni dei reattori. Ma intanto, quest’oggi il governo ha innalzato il livello di gravità dell’incidente a 5 (era a 4, su una scala da 1 a 7). La decisione è stata presa dopo l’arrivo del capo dell’Aiea, il giapponese Yukiya Amano, che ha chiesto a Tokyo “informazioni più accurate e più veloci”.
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