L’educazione, scelta prioritaria della Chiesa vietnamita
di JB. VU
La scelta è stata confermata dal nuovo presidente della Conferenza episcopale, mons. Nguyen Van Nhon. Anche il primo ministro riconosce l’aiuto dei cattolici nei campi dela scuola, della salute e della cura dei malati di Aids.
Dalat (AsiaNews) – L’educazione per uno sviluppo pienamente umano è sempre stato uno degli obiettivi principali che si pone la Chiesa in Vietnam, che trova conferma nel nuovo presidente della Conferenza episcopale, mons. Peter Nguyen Van Nhon, eletto per il triennio 2007-2010.
L’ha ribadito lo stesso vescovo, nel corso di un incontro con il primo ministro Nguyen Tan Dung avvenuto il 12 di questo mese, parlando dell’impegno della Chiesa per il progresso dell’educazione, per la cura della salute e per la sicurezza stradale. Lo stesso premier, secondo quanto riportano Vietnam News e il Courrier du Vietnam, ha riconosciuto il contributo dell’episcopato nei campi della formazione, del sostegno ai malati di Aids e per ridurre l’educazione stradale.
Mons. Nguyen Van Nhon ha vissuto e lavorato a Dalat dal 1975 fino ad ora. Il suo motto è “Deve essere coltivato” e tra le particolari attività svolte nella provincia, ci sono state le attività pastorali e sociali per aiutare le comunità delle minoranze come i K’Ho e i Churu.
“Le parrocchie e le organizzazioni cattoliche – racconta ad AsiaNews Dung, operatore sociale a Dalat – hanno aiutato i poveri e le minoranze a portare avanti progetti di sviluppo comunitario, come progetti di autopromozione, gruppi di risparmio ed economia per le donne, altri che hanno lavorato per progetti di sviluppo agricolo e per aiutare bambini appartenenti alle minoranze a frequentare le scuole elementari”.
Kasim, studentessa di scienze sociali a Ho Chi Minh City spiega che nel suo villaggio ci sono centinaia di bambini che non vanno a scuola, per cui “io ed altri volontari insegniamo grammatica e matematica. Diamo anhe lezioni di catechismo per prepararli a ricevere quest’anno i sacramenti. Ora sto studiando un programma di lavoro sociale e sviluppo comunitario. Spero che al termine dei corsi potrò tornare nel mio villaggio per lavorare con giovani volontari ed aiutare i bambini poveri”.
Nel Paese, poi, ogni anno ci sono tre milioni di giovani che fanno gli esami per accedere alle università, ma solo il 20% viene ammesso. Così l’80% dei giovani, per lo più delle zone rurali e delle province povere non ha la possibilità di studiare.
Anche Hanh è una studentessa di lavoro sociale, la sua famiglia è della provincia di Quang Binh. “Lavoro a part time – dice – per guadagnare il denaro per andare alla Open University. Ho il sogno che, dopo la laurea, troverò un lavoro per aiutare me stessa, la mia famiglia e la gente della mia parrocchia”.
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