L’attacco alla moschea, segnale intimidatorio sulle prossime elezioni
Kathmandu (AsiaNews) - Tre morti e molti feriti sono le vittime delle bombe scoppiate sabato sera in una moschea a Morang, nell’est del Nepal a quattrocento chilometri dalla capitale.
Due uomini non ancora identificati, su una motocicletta, hanno lanciato quattro ordigni contro la moschea che ospitava 60 fedeli per la preghiera serale. Si tratta del primo attacco ad una moschea, in un Paese a prevalenza indù e dove i musulmani sono in netta minoranza.
Molti musulmani sono scesi in piazza ieri protestando a gran voce e chiedendo al governo risarcimenti per le vittime e l’identificazione dei colpevoli contro i quali reclamano seri provvedimenti.
Il coprifuoco imposto subito dopo l’esplosione continua in molte zone per ordine dell’Ufficiale responsabile del distretto di Madhav Prasad Regmi. Nel frattempo il Primo ministro Garija Prasad Koirala ha invitato le comunità musulmane a mantenere la calma, ed ha aperto un’inchiesta promettendo di scovare e punire i colpevoli.
L'attentato è stato rivendicato dal leader di un gruppo indù noto come Armata per la difesa del Nepal. Mainali aka Paribartan, identificandosi come il “Comandante Supremo” dell’Armata, ha confessato la responsabilità dell’attacco in un comunicato stampa alla televisione indipendente Kantipur Television, dichiarando che “gli attacchi continueranno fino a che la monarchia indù non verrà restaurata nel Paese”.
Sia l’organizzazione internazionale Human Rights Watch che le Nazioni Unite hanno condannato l’attacco e il Segretario generale del Partito comunista nepalese è convinto che l’incidente sia uno stratagemma per innescare conflitti religiosi e compromettere lo svolgimento delle elezioni dell’Assemblea costituente che avrà il compito di cambiare la storia del Nepal, abolendo formalmente la monarchia indù e riscrivendo la costituzione.
Il presidente dell’Associazione dei musulmani nepalesi e Nasrul Hussein, il segretario del Consiglio interreligioso del Nepal, hanno espresso il loro malcontento in un’intervista ad AsiaNews dicendo: “Non siamo per niente soddisfatti di come il governo si sta muovendo. Chi è alla guida di un Paese deve agire immediatamente contro questi gruppi e ha il compito di garantire la sicurezza in tutti i luoghi religiosi. Non è la prima volta che i musulmani sono vittime in Nepal. Abbiamo a lungo sopportato, ma per quanto tempo potremo ancora rimanere in silenzio davanti a questi attacchi?!”