14/05/2023, 11.33
ECCLESIA IN ASIA
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L’arcivescovo di Tokyo mons. Kikuchi presidente di Caritas Internationalis

Eletto dall’Assemblea generale della confederazione degli organismi caritativi delle Chiese cattoliche di tutto il mondo. Le sue prime parole: “In prima linea per accogliere, accompagnare, servire e difendere i poveri e i vulnerabili”. Il laico del Bangladesh Benedict Alo D’Rozario confermato presidente di Caritas Asia.

Roma (AsiaNews) – L’Assemblea generale di Caritas Internationalis - in corso a Roma – ha eletto ieri sera l’arcivescovo di Tokyo, mons. Tarcisio Isao Kikuchi come nuovo presidente di questa confederazione che dal 1951 riunisce 162 organismi caritativi delle Chiese cattoliche di tutto il mondo. Per i prossimi quattro anni sarà dunque un altro presule asiatico a raccogliere il testimone del card. Luis Antonio Tagle, già arcivescovo di Manila e oggi pro-prefetto del dicastero per l’Evangelizzazione, che è stato presidente di Caritas Internationalis dal 2015.

Mons. Kikuchi – che è anche presidente della Conferenza episcopale del Giappone e segretario generale della Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia (Fabc) – assume questo incarico in una fase delicata per la vita di Caritas Internationalis: nel novembre scorso papa Francesco, con una misura suggerita dal dicastero per lo Sviluppo umano a fronte di problemi emersi all’interno della segreteria generale, aveva disposto per l’organismo un “commissariamento temporaneo”, affidato al laico Pierfrancesco Pinelli. “Caritas - ha detto ieri l’arcivescovo di Tokyo rivolgendosi ai 400 delegati Caritas provenienti da tutto il mondo - deve essere in prima linea per accogliere, accompagnare, servire e difendere i poveri e i vulnerabili. Questa missione deve essere sostenuta ed essere al centro dell'attenzione dei membri della Confederazione e vorrei essere io, assieme al segretario generale (che deve ancora essere designato ndr), a guidare l'intera organizzazione per adempiere a questa importante missione della Chiesa. Tutti siamo invitati a camminare insieme”.

Nato a Iwate il 1° novembre 1958, mons. Kikuchi è un missionario della congregazione dei Verbiti. Ordinato sacerdote nel 1986 ha svolto i primi anni del suo ministero in Ghana, in Africa, dove è stato parroco di parrocchia in un’area rurale per 8 anni. Proprio in Africa ha iniziato a lavorare con la Caritas negli anni Novanta come volontario nel campo profughi di Bukavu, nell'allora Zaire. Rientrato poi nel suo Paese d’origine ha ricoperto il ruolo di direttore esecutivo di Caritas Giappone dal 1999 al 2004. Nominato poi da Benedetto XVI come vescovo di Niigata, è stato presidente di Caritas Giappone dal 2007 al 2022 e in questa veste ha coordinato gli interventi di solidarietà messi in campo dall’organismo ecclesiale in occasione della triplice catastrofe dell’11 marzo 2011, quando un devastante terremoto, il successivo maremoto e l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima seminarono morte, distruzione e paura in un’ampia area del Paese. Dal 2011 è stato anche presidente di Caritas Asia.

In quest’ultimo ruolo a raccogliere il suo testimone è stato nel 2019 il laico Benedict Alo D’Rozario, già direttore esecutivo di Caritas Bangladesh. A D’Rozario, che ha 66 anni, nell’Assemblea in corso a Roma i 24 organismi caritativi delle Chiese asiatiche hanno rinnovato la propria fiducia e dunque per altri quattro anni svolgerà il compito di presidente regionale.

"Sono stato sorpreso di essere stato eletto - ha detto mons. Kikuchi ad AsiaNews commentando la sua elezione -. Avevo intenzione di andarmene questa mattina, dopo che qualcuno fosse diventato presidente. Quindi è stato abbastanza difficile capire che cosa stesse succedendo ieri sera nelle 3 votazioni".

"La Caritas è il servizio della Chiesa come testimonianza di cura, amore e unità basata sul Vangelo. Deve essere un'agenzia professionale di aiuti umanitari internazionali ma, allo stesso tempo, proclamare la buona notizia di Gesù attraverso le sue azioni. Deve creare speranza e non delusione. Essere uno strumento di unità, ma non di disuguaglianza. Deve promuovere una Chiesa sinodale che coinvolga tutti. Nessuno deve essere escluso e nessuno deve essere dimenticato".

"Si può considerare Caritas Internationalis - ha aggiunto il nuovo presidente facendo riferimento alle tensioni dell'ultimo anno -  in un momento difficile della sua esistenza. Quindi devo fare del mio meglio per creare unità tra i membri della confederazione. E ho bisogno che tutti camminino e lavorino insieme".

(ha collaborato Nirmala Carvalho)

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