19/11/2024, 11.03
PAKISTAN
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L’arcidiocesi di Karachi: 75 anni incontro agli ultimi

di Shafique Khokhar

Con una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal nunzio apostolico si sono conclusi i festeggiamenti per i 75 anni. Mons. Travas ha indicato tre compiti: seguire Gesù, il cammino Sinodale e il servizio a ipoveri e vulnerabili. L’invito a una maggiore responsabilità dei laici (particolarmente le donne) nella vita della Chiesa. 

 

Karachi (AsiaNews) - Seguire Gesù, percorrere il cammino Sinodale e percorrere la strada indicata da Cristo che porta alle persone povere e vulnerabili. Sono le tre sfide lanciate dal mons. Benny Mario Travas, arcivescovo di Karachi, capitale della provincia del Sindh, nel sud del Pakistan, il 17 novembre scorso in occasione delle celebrazioni di chiusura del Giubileo per i 75 anni di questa Chisa locale. L’evento si è tenuto presso la cattedrale di san Patrizio, alla presenza di numerosi fedeli, per ricordare quella che un tempo era parte dell’arcidiocesi di Mumbai (allora Bombay, in India) poi diventata territorio a sé nel maggio 1948 con la bolla con Opportunis providentiae di papa Pio XII.

In previsione delle celebrazioni per il grande giubileo di diamante è stato creato un logo speciale che valorizza elementi culturali della provincia del Sindh. Durante l’anno, i membri del comitato centrale hanno pianificato diversi programmi sul piano liturgico, spirituale, della catechesi e nell’ambito sociale. L’arcivescovo, assieme al clero, ha invitato i fedeli di tutta la metropoli di Karachi a prendere parte alle varie iniziative e, in particolare, alla giornata di chiusura iniziata con la messa. La solenne concelebrazione è stata presieduta da mons. Germano Penemote, nunzio apostolico in Pakistan, insieme a tutti i vescovi del Paese. 

Nel suo messaggio ai fedeli mons. Benny Mario Travas ha sottolineato l’importanza di essere “qui riuniti per celebrare il giubileo di diamante dell’arcidiocesi di Karachi. I nostri cuori - ha proseguito - sono pieni di gratitudine e ringraziamento. Durante la celebrazione di questo anno giubilare abbiamo riflettuto e festeggiato tanti eventi. Ora che ci stiamo avvicinando alla conclusione, abbiamo bisogno di conoscere la strada da seguire per il futuro. Dobbiamo sapere come Karachi può essere un faro di luce per gli altri, mostrando Cristo alla gente di Karachi” e lanciando al contempo “tre sfide che dobbiamo raccogliere”.

La prima sfida è l’invito ai giovani e alle famiglie dell’arcidiocesi a seguire Gesù. Karachi ha parrocchie, scuole, ospedali, centri di riabilitazione, centri per catechisti solo per citare alcune delle diverse realtà legate alla Chiesa. “Per gestire questi uffici e istituzioni - sottolinea mons, Travas - abbiamo bisogno di persone impegnate e visionarie che invitino altri” a seguire. “Abbiamo bisogno che i nostri giovani e le famiglie - aggiunge - conoscano ciò che Gesù ci sta dicendo oggi. Tutti coloro che amano l’arcidiocesi di Karachi con il cuore e non solo con le labbra mi seguano!”.

“La seconda sfida che abbiamo - prosegue il prelato - è quella di percorrere il cammino sinodale” tracciato a più riprese da papa Francesco con vescovi e laici di tutto il mondo, secondo l’invito a “camminare insieme. Recentemente - spiega - sono stato a Lahore per partecipare a un incontro di Caritas Pakistan, ma ho visto che vi erano solo partecipanti maschi, mancavano le donne. Senza la partecipazione delle donne e dei giovani, come possiamo progredire e invitare altri alla Chiesa. Sono convinto - chiosa - che parrocchia significhi un bene nostro, mio e di tutta la mia gente; dobbiamo dire a tutti ‘prendetevi cura della vostra parrocchia, prendetevi cura dell’arcidiocesi’”.

Infine, la terza e ultima sfida, ricorda mons. Travas, “è quella di camminare sulla strada di Gesù, la strada che porta ai poveri e alle persone vulnerabili di Karachi”. La storia della dottoressa Ruth Pfau, ricorda, è “la vera storia del camminare sulla strada di Gesù. Quando si fermò a Karachi per riposare mentre era in viaggio verso l’India, vide i lebbrosi nella colonia della stazione ferroviaria di Karachi. Lì prese la decisione di percorrere la strada di Gesù a Karachi e servì tutta la sua vita per la gente di Karachi. Quando vediamo le diverse istituzioni cattoliche di Karachi siamo testimoni del fatto che tutte camminano sulla strada di Gesù. Dobbiamo - conclude il prelato - continuare a percorrere la strada di Gesù, per poter incontrare il nostro Gesù Cristo”.

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