L’Onu domanda un’inchiesta sui crimini di guerra di Israele e Hamas
New York (AsiaNews/Agenzie) – L’assemblea generale dell’Onu ha votato a larga maggioranza una risoluzione in cui si domanda a Israele e ai palestinesi di avviare inchieste indipendenti su possibili crimini di guerra e contro l’umanità compiuti dalle due parti durante la guerra di Gaza nell’inverno scorso.
Per due giorni l’assemblea ha discusso il rapporto stilato dal giudice sudafricano Richard Goldstone, appoggiato da 114 voti contro 18. Molte le astensioni, 44, fra cui anche quelle di alcuni Paesi europei quali Francia e Gran Bretagna. Italia, Olanda, Polonia e Repubblica ceca, insieme a Israele e agli Stati Uniti hanno votato contro la risoluzione.
Il rapporto Goldstone concludeva che durante l’operazione “Piombo fuso” nel dicembre –gennaio scorso, Israele “ha commesso azioni che possono essere definite crimini di guerra e forse crimini contro l’umanità” con un uso sproporzionato della forza, colpendo civili in modo deliberato, usando palestinesi come scudo umano e distruggendo infrastrutture civili.
Il rapporto accusava di crimini di guerra e contro l’umanità anche i militanti palestinesi, incluso Hamas, che controlla Gaza, per il loro continuo lancio di mortai e razzi contro la popolazione civile in Israele del sud.
Le conclusioni di Goldstone erano che se le due parti non accettavano entro sei mesi di aprire un’inchiesta sulle accuse, sarebbero state deferite alla Corte internazionale dell’Aia.
Durante l’operazione “Piombo fuso” sono morte oltre 1400 palestinesi, in maggioranza civili; fra gli israeliani vi sono 13 morti, di cui solo 3 civili.
La risoluzione votata ieri domanda al segretario Onu di verificare l’applicazione entro tre mesi, con la possibilità di portare il rapporto “agli altri organi Onu pertinenti, fra cui il Consiglio di Sicurezza”.
Yahya Mahmassani, rappresentante della Lega Araba a New York – sponsor della risoluzione - ha dichiarato che il voto costituisce “un buonissimo risultato” e “una vittoria per la giustizia”.
Quest’oggi, una dichiarazione del ministero israeliano degli Esteri condanna invece il lavoro e il voto dell’assemblea come “fuori dalla realtà”.
Nelle scorse settimane Israele ha lanciato una forte offensive diplomatica perché il rapporto venisse bocciato alla Commissione Onu a Ginevra e non venisse discusso all’assemblea Onu. Israele giudica il rapporto “iniquo e unilaterale”.
Le risoluzioni dell’assemblea Onu non sono vincolanti, ma danno possibilità al Consiglio di sicurezza di agire e prendere decisioni vincolanti.
Il 3 novembre scorso, la Camera Usa dei rappresentanti ha votato una risoluzione che domanda al presidente Obama e al segretario di Stato Clinton di opporsi con tutte le forze al rapporto Goldstone. Per questo è probabile che qualunque discussione del rapporto al Consiglio di sicurezza troverà il veto degli Stati Uniti.