L’Onu contro Islamabad: sbagliato rimpatriare i profughi afghani
Il progetto, presentato l’anno scorso, prevede il ritorno a casa di 2,4 milioni di afghani, fuggiti durante la cacciata dei talebani. Le Nazioni Unite criticano la decisione, ma il Pakistan teme l’estremismo islamico dei suoi “ospiti”.
Islamabad (AsiaNews) – La questione dei rifugiati afgani in Pakistan, nata durante la rivoluzione sovietica ed aumentata di intensità durante la cacciata del regime talebano da Kabul, rischia di divenire un problema diplomatico di portata internazionale. L’Onu, infatti, critica il piano di rimpatrio dei 2,4 milioni di rifugiati presentato da Islamabad: questi “potrebbero rinfocolare la guerriglia islamica”. Da parte sua, anche se in maniera non ufficiale, il governo pakistano replica: “Conosciamo il rischio, e proprio per questo non vogliamo avere più nulla a che fare con questa gente”.
Il piano è stato presentato lo scorso anno, in risposta alle critiche di chi accusava l’allora governo Musharraf di ospitare terroristi islamici sul suo territorio. Il rimpatrio prevede l’allontanamento soltanto di “volontari”, ma la maggioranza dei rifugiati, che vivono in dei campi nella parte settentrionale del Paese, ha già fatto sapere di non voler tornare a casa: “Non abbiamo terreni ed abbiamo paura degli scontri fra esercito, talebani e truppe Nato”.
Tuttavia, Islamabad sembra essere inamovibile. Imran Zeb Khan, Commissario governativo per i rifugiati, assicura: “Faremo del nostro meglio. Kabul deve dare dei terreni ai suoi abitanti, e la comunità internazionale deve provvedere a progetti di recupero economico per questa comunità”. Tuttavia, Kilian Kleinschmidt (rappresentante in Pakistan dell’Agenzia Onu per i rifugiati) ribatte: “Le persone non sono cose. La strategia presentata deve essere rivista e modificata”.
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