L’Onu accusa Damasco di crimini contro l’umanità
Un rapporto della Commissione di inchiesta sulla Siria parla di atrocità di massa, torture a morte, anche di bambini, violenze sessuali sui prigionieri, compiute da soldati e uomini delle forze speciali dietro direttive dei “massimi livelli delle forze armate e del governo”. Stati Uniti ed Europa preparano nuove sanzioni. La questione sarà portata al Consiglio di sicurezza.
Beirut (AsiaNews) – Atrocità di massa, torture a morte, anche di bambini, violenze sessuali sui prigionieri: sono le accuse che la Commissione Onu di inchiesta sulla Siria rivolge al governo di Damasco ritenuto responsabile “ai massimi livelli” di “crimini contro l’umanità” commessi da marzo a oggi da esercito e forze di sicurezza. Con un bilancio di almeno 3.500 civili uccisi e decine di migliaia imprigionati.
Il rapporto, diffuso ieri a Ginevra, segna un ulteriore passo delle pressioni internazionali sulla Siria, perché sia posta fine alla sanguinosa repressione in atto. Il documento della Commissione segue infatti di un giorno la decisione della Lega araba di imporre sanzioni a Damasco e precede di due il previsto inasprimento di quelle già poste da Stati Uniti ed Europa.
La Commissione, alla quale le autorità siriane hanno sempre negato il permesso di ingresso nel Paese, ha tratto le sue conclusione dalle testimonianze di 223 persone, compresi alcuni uomini delle forze di sicurezza che hanno disertato e che hanno riferito dell’ordine ricevuto di “sparare per uccidere” i manifestanti e anche di bambini violentati e torturati e di 256 uccisi. “La Commissione – ha detto Paulo Pinheiro, che la presiede – ritiene che gli ordini di sparare e di maltrattare i civili sia derivata da politiche e direttive decise ai massimi livelli delle forze armate e del governo” e che “uomini dell’esercito e delle forze di sicurezza hanno commesso crimini contro l’umanità nella repressione di vaste popolazioni civile nel contesto di un pacifico movimento di protesta”. Si cita anche il caso di un soldato che ha deciso di disertare dopo aver visto un ufficiale sparare una bambina di due anni a Latakia, dicendo di averla uccisa così non sarebbe divenuta una manifestante.
A seguito del rapporto e delle decisioni della Lega araba, Stati Uniti e Germania si preparano a chiedere al Consiglio di sicurezza un’azione “decisiva” contro la Siria. Significativo il fatto che il quotidiano panarabo Asharq Alawsat, in un editoriale sostiene che le sanzioni decise dalla Lega araba “non sono sufficienti e che la macchina per uccidere di Assad non si fermerà”. “E’ anche certo che lo stesso regime farà ora correre il mercato nero”, come fece Saddam Hussein nell’analoga situazione e che è proprio sulle vie tra Iraq e Siria che si muoverà il contrabbando. “Di conseguenza, la cosa migliore che gli arabi possono fare oggi per proteggere i cittadini siriani è dare battaglia in Consiglio di sicurezza”. (PD)
Il rapporto, diffuso ieri a Ginevra, segna un ulteriore passo delle pressioni internazionali sulla Siria, perché sia posta fine alla sanguinosa repressione in atto. Il documento della Commissione segue infatti di un giorno la decisione della Lega araba di imporre sanzioni a Damasco e precede di due il previsto inasprimento di quelle già poste da Stati Uniti ed Europa.
La Commissione, alla quale le autorità siriane hanno sempre negato il permesso di ingresso nel Paese, ha tratto le sue conclusione dalle testimonianze di 223 persone, compresi alcuni uomini delle forze di sicurezza che hanno disertato e che hanno riferito dell’ordine ricevuto di “sparare per uccidere” i manifestanti e anche di bambini violentati e torturati e di 256 uccisi. “La Commissione – ha detto Paulo Pinheiro, che la presiede – ritiene che gli ordini di sparare e di maltrattare i civili sia derivata da politiche e direttive decise ai massimi livelli delle forze armate e del governo” e che “uomini dell’esercito e delle forze di sicurezza hanno commesso crimini contro l’umanità nella repressione di vaste popolazioni civile nel contesto di un pacifico movimento di protesta”. Si cita anche il caso di un soldato che ha deciso di disertare dopo aver visto un ufficiale sparare una bambina di due anni a Latakia, dicendo di averla uccisa così non sarebbe divenuta una manifestante.
A seguito del rapporto e delle decisioni della Lega araba, Stati Uniti e Germania si preparano a chiedere al Consiglio di sicurezza un’azione “decisiva” contro la Siria. Significativo il fatto che il quotidiano panarabo Asharq Alawsat, in un editoriale sostiene che le sanzioni decise dalla Lega araba “non sono sufficienti e che la macchina per uccidere di Assad non si fermerà”. “E’ anche certo che lo stesso regime farà ora correre il mercato nero”, come fece Saddam Hussein nell’analoga situazione e che è proprio sulle vie tra Iraq e Siria che si muoverà il contrabbando. “Di conseguenza, la cosa migliore che gli arabi possono fare oggi per proteggere i cittadini siriani è dare battaglia in Consiglio di sicurezza”. (PD)
Vedi anche