L’Iran chiede “serietà” nei colloqui sul nucleare e intanto mostra nuove armi
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Il governo iraniano rivela di aver sperimentato con successo una nuova arma capace di affondare navi distanti anche 200 miglia dalla costa, e ribadisce la volontà di chiudere una via d’accesso strategica al Golfo Persico – crocevia internazionale del commercio del petrolio – nel caso in cui venga attaccato. Più del 40% dell'"oro nero" mondiale passa attraverso lo stretto di Hormuz, uno piccolo passaggio lungo la costa meridionale dell’Iran: un blocco nel traffico comporterebbe una drastica riduzione delle risorse e un impennata nei prezzi petroliferi.
La notizia arriva all’indomani della visita del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad in Siria, dove ha incontrato il presidente al-Assad il quale gli ha garantito sostegno e collaborazione in merito alla crisi nucleare. Nel corso del vertice Ahmadinejad ha ribadito di “non voler cedere il passo” sulla politica nucleare adottata dal Paese, sottolineando che il programma di arricchimento dell’uranio per scopi pacifici proseguirà come da previsioni. Egli ha inoltre difeso la “serietà” e l’impegno presi nel portare avanti i colloqui: “Noi vogliamo che i colloqui siano basati sulla legge, in modo che possano avere risultati pratici. Speriamo che anche l’altra parte sia seria”.
La posizione di Teheran è stata ribadita nello stesso giorno in cui scadeva l’ultimatum sull’offerta di aiuti e incentivi economici da parte della comunità internazionale, a condizione che l’Iran abbandoni la strategia nucleare. Il Ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni, uno dei candidati alla guida del prossimo governo, chiede “nuove sanzioni” alla comunità internazionale e non esclude di utilizzare “tutte le soluzioni possibili” per sventare la minaccia iraniana.
La prossima settimana Ahmadinejad sarà in Turchia per discutere della crisi nucleare e rafforzare i rapporti bilaterali fra i due Paesi. Il presidente iraniano incontrerà la controparte turca Abdullah Gul il 14 agosto; da tempo il governo di Ankara si è offerto quale mediatore della controversia nucleare fra l’Iran e i Paesi occidentali, grazie ai buono rapporti diplomatici in atto fra le parti.