L’India teme che l'inflazione crescerà "a due cifre"
New Delhi (AsiaNews) – Il governo indiano cerca di conciliare la lotta all’inflazione con la necessità di fare adeguati investimenti per il rapido sviluppo del Paese. Il ministro alla Finanza
Pranab Mukherjee progetta di ottenere fondi tramite robuste emissioni di titoli di Stato. Il 12 giugno ha stimato che il Paese avrà inflazione “a 2 cifre” per almeno i prossimi 2 anni.
Mukherjee ha detto che “l’India necessita 459-500 miliardi di dollari di investimento per il 2012 per rimediare alla carenza di infrastrutture e una grande parte della somma verrà dal mercato dei bond. Per l’India è vitale sviluppare un mercato di bond a lungo-termine emessi in rupie”.
New Delhi prevede una crescita annua del 9% durante i due prossimi anni dell’11° Piano e superiore al 10% per il 12° Piano. Crescita che, ha spiegato Mukherjee, “significa più occupazione, più posti di lavoro, più opportunità”.
Ma il problema è la rapida inflazione, che il governo prevede superiore al 10% per i prossimi due anni, quindi persino maggiore della programmata crescita.
L’indice dei prezzi al consumo è salito dell’11% a marzo rispetto al marzo 2009, anche se nei giorni scorsi Kaushik Basu, Capo consigliere economico del ministero delle Finanze, ha indicato che a maggio l’aumento dovrebbe essere “solo” del 10,16% (il dato sicuro si avrà tra un paio di mesi). Il dato preoccupa molto New Delhi, perché gli aumenti colpiscono anzitutto alimentari e generi di prima necessità (come zucchero, carne, tè, metalli, tessili e legno), quindi aggravano la situazione delle centinaia di milioni di persone già indigenti. A maggio il premier Manmohan Singh aveva promesso di ridurre l’inflazione al 5-6% entro dicembre. La scorsa settimana gli aumenti dei generi alimentari sono stati stimati del 16,74%. Comunque il governo rimane ottimista che i prezzi scenderanno dopo il prossimo raccolto, che si prevede molto migliore di quello 2009 , danneggiato dalle scarse piogge monsoniche.
Il partito ultranazionalista indù Bharatiya Janata Party, critica il governo per l’aumento dei prezzi e lo accusa di aver scelta una strategia di rapida crescita che avviene a danno dei cittadini meno abbienti e più sensibili a tale aumento.
Contrastanti i pareri degli esperti. Alcuni dicono che questi aumenti sono conseguenza dei forti finanziamenti erogati dallo Stato all’economia nel timore di una crisi finanziaria globale. Altri affermano che è in atto un cambiamento strutturale dell’economia indiana, con maggiori redditi, mutamenti di gusti, aumento dei consumi, minore importanza dell’agricoltura. Tutti comunque concordano che l’attuale rapido sviluppo del Paese sarà accompagnato da una forte inflazione.
Per combattere l’inflazione e stimolare i consumi, da tempo il governo pratica una politica di sussidi per alcuni generi come la benzina. New Delhi ha anche tolto qualsiasi imposta all’importazione di vari alimenti, come zucchero, legumi, olio, ma con risultati modesti in quanto, come ha notato sempre Mukharjee, “i prezzi internazionali di questi generi sono davvero alti”. Ora il governo studia di intervenire sul sistema di distribuzione, per eliminare rincari di prezzo non necessari, nonché di dare sussidi in riso e grano a chi è sotto la linea di povertà.