L’India sotto la minaccia dell’estremismo islamico
Mumbai (AsiaNews) – Nello Stato indiano del Kerala (e più in generale in tutta l’Unione) “si sta verificando una crescita acuta del fondamentalismo, che riguarda ogni religione. Di conseguenza le varie fedi tendono a raggrupparsi in comunità ‘chiuse’, senza più aprirsi all’altro”. È l’opinione di padre Paul Thelakat, portavoce della comunità cattolica dei siro-malabaresi, che ad AsiaNews spiega: “L’attacco al professor Joseph è un esempio di fondamentalismo islamico. Ma esiste anche un fondamentalismo hindutva e uno di matrice cristiano-pentecostale”.
Il riferimento del sacerdote è al caso del professor T J Joseph. Questi, all’epoca dei fatti capo del Dipartimento di Malayalam, aveva presentato a marzo un questionario per gli esami nel college, ma alcuni musulmani lo hanno accusato di avere inserito domande offensive verso Maometto.
Egli ha allora spiegato che il testo non intendeva esserlo e ha anche presentato pubbliche scuse alla popolazione, alla direzione del college, alle autorità della Chiesa (il college è guidato da cattolici) e al Dipartimento di polizia. Ma il 4 luglio ignoti attivisti del Fronte popolare di India lo hanno aggredito e gli hanno tagliato la mano e parte del braccio.
Il primo settembre il collegio cattolico dove lavorava, il “Cardinal Newman” lo ha licenziato per avere offeso i sentimenti religiosi della popolazione, scelta giustificata con la necessità di salvaguardare il carattere laico dell’Istituto. Il 12 settembre, inoltre, viene letta nelle 120 parrocchie della diocesi di Kothamangalam, nel distretto di Ernakulam, una lettera pastorale che condanna “l’iresponsabile azione del professor Joseph” e si schiera a favore dell’istituto che lo ha licenziato.
Syed Ali Mujtaba, giornalista indiano e fondatore del South Asia Contact Group, spiega ad AsiaNews che “l’estremismo islamico sta crescendo, e il caso del docente lo dimostra. Chi ha agito in questo modo ha cercato di rendere il caso un pretesto per nuove violenze religiose”.
Sajan K Gorge, presidente del Consiglio globale dei cristiani indiani, conclude: “L’aumento delle violenze interreligiose è accompagnato dall’assordante silenzio del governo. Si tratta di una minaccia al secolarismo indiano. Speriamo che, presto, arrivi un giorno in cui questa violenza sia solo un ricordo”.