L’India affronta la sua crisi di prestiti insoluti
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) –L’India affronta la sua prima crisi di diffusa insolvenza nel mondo creditizio, anche se le dimensioni “modeste” delle banche locali e la limitata diffusione dei prestiti ne contengono la gravità. Per anni le banche indiane hanno allettato i clienti e hanno elargito finanziamenti sempre meno garantiti: dai prestiti per comprare casa all’acquisto dell’auto ai prestiti personali quali carte di credito e microcrediti (fino a 100mila rupie, circa 1.600 euro) a favore soprattutto di dipendenti fissi e commercianti.
Per anni il settore è cresciuto: + 60% ancora nel 2006. Ma la rapida inflazione ha spinto la centrale Reserve Bank of India a tenere alti i tassi di interesse, ora intorno al 7%, tra i più alti in Asia. Per onorare i pagamenti previsti, molti debitori hanno chiesto alla banca “piccoli prestiti” per pagare le rate scadute, alcuni si sono indebitati con 3-4 banche. Ora le banche sono più attente e nel 2007 il giro è sceso del 20%. La Icici, maggiore banca privata del Paese, ora finanzia soltanto chi non ha altri prestiti da restituire.
A febbraio il governo ha detto che coprirà i debiti dei contadini per 15 miliardi di dollari. Molti hanno osservato che ciò aiuta non tanto i rurali, comunque strangolati dai crescenti costi di fertilizzanti e gasolio e dall’inquinamento dell’acqua per irrigare, quanto gli istituti di credito, che così recuperano subito e per intero crediti molto difficili da esigere.
Ma sono più gravi le insolvenze di cittadini e piccoli commercianti che, secondo Crisil (affiliata indiana di Standard & Poor’s), costituiscono il 17% dei prestiti bancari ai clienti, con un aumento del 6% nel 2007. Crisil stima che il settore del microcredito già subisce perdite del 5-8%. Si prevede che saliranno al 12-15%.
La situazione è peggiorata dalle tattiche intimidatorie utilizzate dalle agenzie di recupero crediti: ripetute telefonate e visite a casa molto sgarbate davanti alla famiglia, convocazioni in ufficio con lunghi rimproveri, azioni giudiziarie davanti a tribunali distanti oltre mille chilometri. Anche se le banche negano di usare simili metodi.
Gli analisti concordano che il problema non è ancora grave, visto il valore non elevato di questi prestiti che costituiscono circa il 10% della finanza al dettaglio. Ma il rischio è che il settore cresca molto, man mano che centinaia di milioni di persone si affacceranno al mondo del consumo. (PB)
13/08/2007