L’Ilo prevede tra 7 e 22 milioni di posti di lavoro in meno nel 2009 in Asia
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Nel 2009 l’Asia avrà almeno 7,2 milioni di posti di lavoro in meno a seguito della crisi globale, secondo uno studio pubblicato ieri dall’International Labour Group. Nell’ipotesi peggiore, l’Ilo parla di 22,3 milioni di posti di lavoro persi nel 2009 e di 50 milioni in meno nell’intero periodo 2007/2009. Per cui prevede che nel 2009 in Asia ci saranno tra 97 e 113 milioni di disoccupati.
Sachiko Yamamato, direttore regionale dell’Ilo, ha ammonito che questo scenario rende “reale la prospettiva [di proteste sociali], per cui occorre coinvolgere le parti sociali nelle discussioni politiche per essere sicuri che le misure fiscali siano attente anzitutto alla parte più vulnerabile e più colpita della popolazione”. Occorre anche che le cosiddette misure di stimolo all’economia dei governi mirino anzitutto a mantenere e creare posti di lavoro.
A seguito della crisi parecchi Paesi, come Malaysia, Corea del sud e Thailandia, non danno più permessi per i lavoratori stranieri, cosa che aumenta il problema per altri Stati. Già adesso si stima che almeno un terzo delle popolazione asiatica sia “povera” (ha meno di un dollaro al giorno per vivere).
Esperti fanno tuttavia notare la difficoltà di ottenere dati effettivi e certi, vista anche la grande diffusione di lavori “in nero”, specie per i migranti. Osservano che nel solo Guangdong, regione di più alta concentrazione produttiva della Cina, i dati ufficiali parlano di circa 20 milioni di posti di lavoro persi già nel secondo semestre 2008, mentre le prospettive per l’immediato futuro non sono migliori.
(Nella foto: protesta a Taiwan di lavoratori licenziati e non pagati)