L’Europa si salvi da sé, senza l’aiuto di Pechino
La Cina cerca di rafforzare la sua economia e teme di dover pagare il debito di altri Paesi. Ma una catastrofe economica in Europa, potrebbe causare grandi problemi alle esportazioni cinesi, aumentando la disoccupazione interna.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La crisi del debito nell’eurozona deve essere risolta dagli stessi europei; il miglior contributo che la Cina può offrire è quello di badare a rafforzare la sua economia. È quanto affermato da Liu Mingkang, ex presidente della Commissione cinese per la regolamentazione bancaria in una conferenza tenuta ieri a Pechino.
Un giorno prima ad Honolulu, Timothy Geithner, segretario al Tesoro Usa, aveva chiesto all’Asia di fare di più per stimolare la crescita globale e da tempo in Europa si spera che Pechino venga in aiuto acquistando titoli di Stato, facendo prestiti e investendo nel continente.
“Il modo migliore in cui la Cina può contribuire all’economia globale – ha detto Liu Mingkang - è di fare meglio il nostro lavoro in casa, approfondendo le riforme, riducendo l’inquinamento, mantenendo un’equilibrata crescita economica”.
All’inizio del mese, in occasione del G20, il presidente Hu Jintao aveva anche lui affermato che gli europei devono badare a risolvere da sè la crisi del debito.
Ma secondo alcuni osservatori e studiosi, alla fine la Cina dovrà aiutare l’Europa anche perché l’Ue è il primo partner commerciale nelle esportazioni cinesi (circa il 20%). “Una catastrofe economica europea – ha detto l’economista e accademico John Lee – non è nell’interesse della Cina”.
Una riduzione delle esportazioni porterebbe a un aumento della disoccupazione in Cina. Ufficialmente il tasso di disoccupazione nel Paese si aggira sul 4-5%, ma esso non tiene conto dei 150-200 milioni di lavoratori migranti che entrano ed escono dal mercato del lavoro, impiegati soprattutto nell’industria manifatturiera che serve non solo il mercato interno, ma produce beni per molti altri mercati mondiali.
Un giorno prima ad Honolulu, Timothy Geithner, segretario al Tesoro Usa, aveva chiesto all’Asia di fare di più per stimolare la crescita globale e da tempo in Europa si spera che Pechino venga in aiuto acquistando titoli di Stato, facendo prestiti e investendo nel continente.
“Il modo migliore in cui la Cina può contribuire all’economia globale – ha detto Liu Mingkang - è di fare meglio il nostro lavoro in casa, approfondendo le riforme, riducendo l’inquinamento, mantenendo un’equilibrata crescita economica”.
All’inizio del mese, in occasione del G20, il presidente Hu Jintao aveva anche lui affermato che gli europei devono badare a risolvere da sè la crisi del debito.
Ma secondo alcuni osservatori e studiosi, alla fine la Cina dovrà aiutare l’Europa anche perché l’Ue è il primo partner commerciale nelle esportazioni cinesi (circa il 20%). “Una catastrofe economica europea – ha detto l’economista e accademico John Lee – non è nell’interesse della Cina”.
Una riduzione delle esportazioni porterebbe a un aumento della disoccupazione in Cina. Ufficialmente il tasso di disoccupazione nel Paese si aggira sul 4-5%, ma esso non tiene conto dei 150-200 milioni di lavoratori migranti che entrano ed escono dal mercato del lavoro, impiegati soprattutto nell’industria manifatturiera che serve non solo il mercato interno, ma produce beni per molti altri mercati mondiali.
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