09/10/2007, 00.00
CINA - UNIONE EUROPEA
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L’Europa contesta il cambio troppo basso dello yuan

I ministri delle Finanze dell’eurozona criticano Pechino perché tiene artificialmente bassa la sua valuta, lucrando vantaggi negli scambi commerciali. La questione sarà affrontata il 19 ottobre al prossimo incontro dei G7. Ma c’è divisione nell’Ue.

Lussemburgo (AsiaNews/Agenzie) – Pechino tiene basso in modo artificiale il valore della sua valuta e così, fra l’altro, si assicura un ingiusto vantaggio nei commerci. Il duro richiamo è venuto ieri da una dichiarazione dei 13 ministri alle Finanze della c.d. eurozona riuniti a Lussemburgo, in preparazione dell’incontro del 19 ottobre tra i ministri finanziari del G7 (composto dai 7 Paesi più industrializzati: Stati Uniti, Giappone, Canada, Gran Bretagna, Germania, Francia e Italia).

L’euro, dalla sua istituzione, si è apprezzato di oltre il 20% rispetto al dollaro e del 25% sullo yen. Ma negli ultimi due anni lo yuan, anche se ha avuto una limitata crescita nei confronti del dollaro, ha visto una corrispondente perdita di valore verso l’euro, dando luogo a un valore di cambio ritenuto sempre meno corretto. La crescita dell’euro limita il costo del petrolio, che è valutato in dollari, ma rende meno competitive le merci europee nel mercato mondiale anche a causa del deprezzamento dello yuan, usato come valuta di paragone da molti Stati asiatici.

Gli Stati dell’Ue sono comunque divisi sul problema, con la Francia e l’Italia che ritengono non positiva la crescita di valore dell’euro e il ministro della Finanze tedesco, Peer Steinbrueck, che ha detto a Lussemburgo che preferisce “un euro forte”. Per cui sarà difficile che possano presentarsi all’incontro dei G7 con una proposta comune.

Anche Stati Uniti e Giappone da tempo accusano Pechino di tenere il valore di cambio dello yuan basso in  modo artificiale e ne chiedono un allineamento alla realtà di mercato. Ma analisti ritengono che Washington non abbia interesse ad appoggiare la richiesta dell’Ue, che ne farebbe diventare più competitivo l’export.

Di recente Rodrigo Rato, capo del Fondo monetario internazionale, ha pure detto che il dollaro Usa è sottovalutato e ha invitato Pechino a consentire una maggiore flessibilità per la sua valuta.

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