23/10/2008, 00.00
UE-VIETNAM
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L’Europa chiede a Hanoi di porre fine alla “violazione sistematica” dei diritti umani

In una risoluzione del Parlamento europeo si fa espresso riferimento anche alla libertà religiosa ed ai comportamenti delle autorità contro “parrocchiani cattolici”, monaci buddisti e montagnard.
Strasburgo (AsiaNews) - Il Parlamento europeo chiede che, prima che si concluda il nuovo Accordo di partenariato e cooperazione UE-Vietnam, Hanoi ponga fine alle violazioni sistematiche della democrazia e dei diritti umani. Una risoluzione approvata ieri a grandissima maggioranza – 479 voti a favore, 21 contrari e 4 astenuti – invita la Commissione e il Consiglio a chiedere al Vietnam di “porre fine alle attuali violazioni sistematiche della democrazia e dei diritti umani”.
 
In articolare il Parlamento europeo chiede che vengano liberati i dissidenti politici e religiosi, garantita la libertà di espressione, di stampa e di culto, restituiti i beni ecclesiastici confiscati e, infine, che sia permesso a emissari dell'ONU di incontrare i prigionieri politici e religiosi, inclusi i Montagnard. Un comunicato diffuso da Strasburgo, precisa che “il Vietnam dovrebbe abrogare le disposizioni legislative che perseguono penalmente il dissenso e l'esercizio di determinate attività religiose in base a una non meglio definita nozione di ‘reati contro la sicurezza nazionale’, e porre fine alla censura e al controllo del governo sui mezzi d'informazione nazionali, inclusi Internet e le comunicazioni elettroniche, autorizzando la pubblicazione di quotidiani e riviste indipendenti gestiti da privati”.
  
Il Parlamento suggerisce inoltre di “chiedere al governo vietnamita di rilasciare immediatamente tutte le persone incarcerate per aver espresso pacificamente convinzioni politiche o religiose, tra cui più di 300 Montagnard cristiani, oltre a monaci buddisti Khmer Krom, attivisti impegnati sul fronte dei diritti umani, autori di petizioni sui diritti fondiari, ciberdissidenti, esponenti sindacali, parrocchiani cattolici e seguaci della chiesa buddista Hoa Hoa e della religione Cao Dai”. 
 
Hanoi dovrebbe poi annullare immediatamente e completamente gli arresti domiciliari decretati nei confronti di Thich Quang Do, patriarca supremo della Chiesa buddista unificata del Vietnam, e del monaco Khmer Krom Tim Sakhorn e permettere alle organizzazioni religiose indipendenti di svolgere liberamente la loro attività senza interferenze governative, nonché restituire le proprietà ecclesiastiche e le pagode confiscate e ripristinare lo status giuridico della Chiesa buddista unificata del Vietnam.
 
Il Parlamento chiede infine al governo vietnamita di cooperare attivamente con i meccanismi dell'ONU in materia di diritti umani, invitando il relatore speciale sull'intolleranza religiosa e il gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria a recarsi in Vietnam e garantire ai funzionari e ai relatori speciali delle Nazioni Unite un accesso illimitato a tutte le zone del paese. Ciò include anche gli altipiani centrali e settentrionali, dove essi dovrebbero poter avere colloqui riservati con i prigionieri e i detenuti politici e religiosi, nonché con i richiedenti asilo Montagnard rientrati in Vietnam dalla Cambogia.
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