L’Asean pazienta con il Myanmar, che procede con gli arresti
Alla vigilia dell’apertura del vertice dell'Associazione dei Paesi del sud-est asiatico, gli Usa ammoniscono: sulla questione birmana in gioco la credibilità dell’Asean. Il regime militare, con l’aiuto della Cina, continua il suo “doppio gioco”. Arrestato un cantante per un “tatuaggio religioso”.
Yangon (AsiaNews) – La reputazione e la credibilità dell’Asean (Association of Southeast Asian Nations) è minacciata dalla questione birmana. L’avvertimento arriva dagli Stati Uniti alla vigilia dell’apertura domani a Singapore del vertice annuale Asean. L’Associazione – dichiara la rappresentante Usa per il commercio, Susan Schwab – ha una “speciale responsabilità a riguardo…non può essere solo business come al solito”.
I commenti della Schwab arrivano dopo che ieri l'Associazione dei Paesi del sud-est asiatico ha respinto la richiesta del Senato degli Stati Uniti di sospendere la ex Birmania dall'organizzazione. Il segretario generale dell'Asean, Ong Keng Yong, ha spiegato che il Myanmar “è parte della nostra famiglia" e che la situazione nel Paese guidato dalla giunta militare dovrebbe essere risolta attraverso il dialogo.
Posizioni che favoriscono la doppia politica del regime di Naypydaw, che continua a portare avanti un’ apertura “di facciata” verso la comunità internazionale e la repressione interna. Con l’aiuto della Cina, suo maggiore alleato politico ed economico. Oggi il ministro birmano degli Esteri, Nyan Win, ha annunciato che il Myanmar siglerà la Carta regionale dell'Asean, che impegna i firmatari a rispettare impegni anche in materia di democrazia e diritti umani. Mentre la settimana scorsa in una visita di tre giorni nella ex Birmania il vice ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, ha ottenuto la promessa dal generalissimo Than Shwe che verranno prese misure "positive e pragmatiche" per accelerare la "road map" verso riforme democratiche.
All’interno, invece, non si placa la repressione di ogni movimento d’opposizione politica, di attivisti o di solidarietà con i monaci buddisti scesi in piazza a settembre. L’agenzia online Democratic Voice of Burma riporta oggi notizia dell’arresto di un famoso cantante rap birmano, G-Tone. La polizia lo ha portato via al termine del suo concerto all’hotel Mya Yeik Nyo a Yangon: durante l’esibizione aveva osato mostrare al pubblico un tatuaggio, raffigurante due mani giunte in segno di preghiera. Riferimento troppo esplicito alla religione, tanto temuta oggi dai militari al potere. Alla notizia dell’arresto si sono verificati scontro tra i giovani fan del cantante e gli agenti che hanno usato i manganelli.
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