L’Alta corte egiziana riconosce 12 conversioni cristiane dall’Islam
Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) – Le conversioni di 12 egiziani al cristianesimo sono state riconosciute ufficialmente dall’Alta corte amministrativa. I 12 erano nati in una famiglia copta, poi si sono convertiti all’islam e ora sono tornati alla loro fede originaria.
Con il riconoscimento, l’Alta Corte annulla la decisione di un tribunale locale che aveva proibito la conversione perché considerata apostasia.
Nel mondo musulmano l’apostasia è spesso condannata con la morte. In Egitto non vi è una legge che commina la pena di morte, ma le conversioni sono sconsigliati per motivi “nazionali”. I convertiti subiscono comunque violenze, emarginazioni e spesso la morte da parte di fanatici o perfino di familiari.
Ramsis Raouf El-Naggar, uno degli avvocati difensori, ha gridato alla vittoria, “un buon passo verso la libertà religiosa in Egitto”. Ma la motivazione della Corte rimane ambigua: i 12 non sono perseguibili e la loro conversione accettabile perché essi erano già in passato dei cristiani copti. Il loro ritorno non è dunque da considerare apostasia. Il governo ha accettato di cambiare lo status dei convertiti sulla loro carta d’identità, che in Egitto riporta la confessione religiosa. Uno dei 12 ha dichiarato di essere “felice” della decisione perché in questo modo i suoi figli saranno registrati come cristiani.
Fonti cristiane locali hanno dichiarato ad AsiaNews che in Egitto ogni anno almeno 10 mila cristiani diventano musulmani, per diversi motivi: divorziare da una donna (la Chiesa copta lo proibisce); sposare una musulmana; fare carriera nella burocrazia statale e nell’esercito.
È difficile che la decisione dei giudici possa costituire un precedente. La conversione di nativi musulmani al cristianesimo non è riconosciuta. Nei giorni scorsi, la stessa Corte ha rifiutato il riconoscimento di cristiano all’ex musulmano Mohammed Hegazi.