Luci ed ombre nella vita della Chiesa in Asia
Il Consiglio per l'Asia della segreteria del Sinodo dei vescovi nota che crescono vocazioni e spirito missionario e che l’evangelizzazione è accompagnata dalla promozione umana, ma ci sono le sfide rappresentate dal dialogo con le grandi religini del Continente, turbato dai fondamentalisti, dalla libertà religiosa non effettivamente attuata, dallo spirito consumista. Il tema centrale della inculturazione.
Città del Vaticano (AsiaNews) – In Asia crescono le vocazioni ed aumenta lo spirito missionario, l’evangelizzazione progredisce insieme con la promozione umana, ma ci sono “sfide come il dialogo con altre grandi religioni asiatiche, turbato da gruppi fondamentalisti che non rifuggono dal ricorso alla violenza; l’effettivo rispetto della libertà religiosa, tuttora non sufficientemente attuato in vaste regioni; diffusione dello spirito secolarizzato e consumista”.
Luci e ombre sulla vita della Chiesa in Asia nell’analisi compiuta nel corso della 12ma riunione del Consiglio speciale per l’Asia della segreteria generale del Sinodo dei vescovi, tenutasi nei giorni scorsi, In un comunicato diffuso oggi si informa che nella relazione iniziale dell’incontro, il segretario generale del Sinodo, mons. Nikola Eterovic, “ha fatto cenno ad alcuni temi che più di altri hanno attirato l’attenzione di tutti. Tra questi la pace occupa un posto preminente, soprattutto in riferimento alla situazione dell’India (Orissa, Mumbai) e delle regioni mediorientali, dove ancora non si è raggiunto un grado stabile di tranquillità e di giustizia nelle relazioni nazionali e internazionali”.
Seguendo lo spunto offerto da mons. Etervic, l’attenzione dei partecipanti è stata puntata poi in particolare sul tema dell’inculturazione. Essi, si legge nel documento, “hanno rilevato i seguenti valori religiosi e culturali tipici dei popoli dell’Asia: la semplicità, la famiglia, l’ospitalità, il rispetto per il sacro e per le religioni, valori ai quali si accompagnano l’amore per il silenzio e la contemplazione, l’armonia, il distacco, la non violenza, lo spirito del lavoro, la disciplina, la sete di conoscenza e di ricerca filosofica. Si tratta di valori che raggiungono un grado eccellente nel cristianesimo, anche nello spirito del Sinodo per l’Asia che ha trattato il tema Gesù Cristo, il Salvatore, e la sua missione di amore e di servizio in Asia: «perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10)”.
L’inculturazione, è stato evidenziato, “è un processo delicato, lungo ed esigente che coinvolge tutto il Popolo di Dio”. Essa, “alla fine”, si esprime nella liturgia, “che è fonte e culmine di tutta la vita e la missione cristiana, ed un mezzo fondamentale di evangelizzazione, specialmente in Asia, dove i seguaci di diverse religioni sono così attirati dal culto, dalle festività religiose e dalla devozioni popolari. Un altro aspetto chiave dell’inculturazione è la formazione degli evangelizzatori, dai quali dipende in larga parte il suo futuro. Oltre a una solida istruzione biblica e patristica, essi devono acquisire una conoscenza articolata e sicura del patrimonio teologico e filosofico della Chiesa. Sulla base di questa preparazione, essi troveranno beneficio nell’avvicinare le tradizioni filosofiche e religiose dell’Asia. Un esempio valido è offerto dalla Beata Teresa di Calcutta”.
Dato, poi, che “l’inculturazione del Vangelo coinvolge tutto il Popolo di Dio, il ruolo del laicato è di importanza fondamentale. Sono i laici prima di tutti ad essere chiamati alla trasformazione della società, in collaborazione con i vescovo, il clero e i religiosi, infondendo il Vangelo nella mentalità, nei costumi, nelle leggi e nelle strutture del mondo secolare nel quale vivono. Infatti una più ampia inculturazione del Vangelo ad ogni livello della società in Asia dipenderà considerevolmente dalla formazione appropriata che le Chiese locali sapranno dare al laicato. Un ruolo particolare spetta ai teologi, che hanno il delicato compito di sviluppare una teologia inculturata, specialmente nell’area della cristologia, tenendo presente l’unicità salvifica di Gesù Cristo. Il lavoro teologico deve essere sempre guidato dal rispetto per le sensibilità dei cristiani, in modo che, mediante una crescita graduale verso forme inculturate dell’espressione della fede, le persone non siano né indotte a confusione né a sincretismo. In ogni caso, l’inculturazione deve essere guidata dalla compatibilità con il Vangelo e dalla comunione con la fede della Chiesa universale, e perseguita in pieno accordo con la Tradizione della Chiesa, tenendo presente il rafforzamento della fede del popolo”.
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