04/09/2009, 00.00
CINA
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Lo Stato cinese sta perdendo la lotta contro la corruzione

Il rapporto annuale dell’Ufficio inchieste rivela diffuse irregolarità in ministeri e istituzioni centrali come la Banca di Cina e l’agenzia Xinhua, dove sono sottratti o mal usati decine di miliardi di yuan (alcuni miliardi di euro).

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La corruzione è diffusa in Cina ad ogni livello, persino negli ambienti del governo e nella principali istituzioni pubbliche. E’ quanto risulta dal rapporto per il 2008 rilasciato ieri dall’Ufficio nazionale per le inchieste disciplinari.

Il rapporto dà atto che nonostante il costante e crescente impegno dell’Ufficio, sono stati ottenuti successi solo parziali contro la diffusa corruzione e l’appropriazione di fondi pubblici, che hanno colpito anche i finanziamenti per 4mila miliardi di yuan deliberati dal governo quale aiuto alle imprese. Il fenomeno è ancora più allarmante se si considera che Pechino aveva detto con chiarezza che il corretto uso di questi finanziamenti sarebbe stato controllato con speciale attenzione, proprio per timore di sottrazioni.

Il rapporto non fornisce il dato complessivo dei funzionari responsabili di queste malefatte o delle somme sottratte o mal utilizzate, ma i dati parziali sono comunque allarmanti e inducono esperti a ritenere che il fenomeno non sia in diminuzione. Tra l’altro, nel ministero per le Comunicazioni sono state accertate appropriazioni di fondi pubblici per 11,8 miliardi di yuan (circa 1,2 miliardi di euro), mentre nel ministero per gli Affari Esteri non sono stati versati allo Stato 132 milioni di yuan provento di tasse per visti e passaporti. Nel ministero per l’Istruzione sono stati sottratti 3 milioni destinati a progetti specifici.

Nel ministero delle Finanze ci sono 103 milioni di fondi utilizzati in modo sbagliato o diverso dalle previsioni.

L’Accademia cinese delle scienze ha sottratto oltre un milione di yuan per operare speculazioni in borsa.

I funzionari dell’agenzia stampa statale Xinhua hanno speso 251 milioni senza valida autorizzazione. L’Ufficio statale per la proprietà intellettuale ha usato 174 milioni delle imposte incassate per effettuare spese non autorizzate.

La centrale Banca di Cina ha impegnato 617 milioni per spese che non risultano giustificate e pure l’Amministrazione generale per gli sport ha speso 218 milioni in modo non spiegato.

Al malcostume non si sottrae lo stesso Ufficio inchieste, i cui funzionari hanno utilizzato fondi per 202 milioni in modo diverso rispetto alle previsioni per cui sono stati stanziati.

Secondo analisti la situazione appare persino peggiorata rispetto allo scorso giugno quando Liu Jiay, responsabile dell’Ufficio inchieste, ha riferito all’Assemblea nazionale del Popolo che nel 2008 erano stati recuperati 22,7 miliardi di yuan sottratti, con 30 funzionari arrestati e condannati e altri 117 sanzionati in vario modo, soprattutto disciplinare.

La corruzione è un problema endemico nel Paese, a tutti i livelli. Da anni i leader hanno dichiarato tolleranza zero e promesso severi accertamenti e punizioni. Ma ancora non riescono a debellare il fenomeno nelle istituzioni centrali dello Stato. Molti attivisti affermano che per fermare la corruzione occorrono istituzioni indipendenti dal Partito per le verifiche e strutture democratiche che tolgano la fiducia a coloro che si appropriano di fondi dello Stato.

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