Lo Sri Lanka soffre per la crisi globale, ma il governo nasconde il problema
di Melani Manel Perera
Le donne e i bambini sono i più colpiti. Ad aggravare la situazione la guerra ininterrotta tra esercito e ribelli tamil e decenni di sprechi e corruzione che hanno messo in ginocchio il Paese. Intervista con il sociologo Sunil Ranasinghe.
Colombo (AsiaNews) - La crisi economica mondiale non risparmia lo Sri Lanka. AsiaNews ha intervistato il sociologo srilankese Sunil Ranasinghe per il quale la recessione globale sta avendo un forte impatto sul Paese. Il governo, per portare avanti la guerra contro le Tigri tamil, nasconde le difficoltà, minimizza il problema e accusa di inganno verso la popolazione coloro che parlano di crisi. “La realtà - egli dice - è che siamo nel mezzo di una crisi sociale, economica e politica”.
Cosa c’è di vero e cosa di inventato nell’attuale crisi economica dello Sri Lanka?
Tutti stanno cercando di capire le aree, le radici e la forma che la crisi sta assumendo a livello globale e locale. Accademici e attivisti sono impegnati a fondo per trovare una interpretazione della crisi che si spande sul globo a macchia d’olio senza troppe distinzioni tra poveri e ricchi. Ma il governo dello Sri Lanka e il ministro del tesoro affermano che nel Paese non c’è nessun crollo legato alla crisi globale e criticano economisti e opposizione perché ingannano la nazione…. Allora perché hanno contratto un debito con il Fondo monetario internazionale? Anche i bambini sanno che viviamo nello stesso mondo, colpiti da un collasso globale che riguarda tutti, con un enorme aumento di disoccupati e poveri. Come lo Sri Lanka ha prevenuto questa situazione? Che sorta di privilegio godiamo per non sentirne i riflessi? In realtà mentre scoppia la bolla finanziaria il governo ricorre al Fondo monetario per ottenere 1 miliardo e 900milioni di dollari per tirarsi fuori dall’attuale puzzle economico. Il Fondo monetario ha chiuso il suo ufficio a Colombo nel 2007 annunciando di non avere progetti per lo Sri Lanka nel futuro. La realtà ci dice che siamo nel mezzo di una crisi sociale, economica e politica. Nessuno può farla franca creando miti politici per mettere in atto una guerra brutale contro la nazione.
Qual’è la situazione economica del Paese oggi?
Nel dicembre del 2007 le riserve di valuta estera erano di 3miliardi e 400milioni di dollari oggi sono scese a 1 miliardo e 700milioni, che corrispondono al valore normale di tre mesi di importazioni di cibo e altri beni di prima necessità. Il 45% delle riserve è stato distrutto dal governo negli ultimi anni per le spese di guerra. L’ultima manovra finanziaria prevede di raccogliere 760milioni di rupie [circa 5 milioni di euro Ndr] da tasse che colpiscono la popolazione. Il governo attende anche 600 milioni di dollari dalla Japan international Bank Corporation per la privatizzazione del settore energetico. Ma l’esposizione dello Stato verso la popolazione e la Bank of Ceylon supera i 1.600 milioni di rupie [oltre 10mila milioni di Euro Ndr]. Il fatto che nel 61mo anniversario dell’indipendenza il presidente abbia invitato i srilankesi della diaspora ad aiutare lo sviluppo del Paese è un segnale evidente della crisi, ma il governo e i suoi sostenitori ingannano il popolo con una grande illusione.
Quanto influiscono le scelte economiche del passato sulla crisi attuale?
Dal 1980 ad oggi un grande numero di aziende statali sono state vendute in accordo con lo Structural Adjustment Programintrodotto da Banca Mondiale e Fondo Monetario per sanare il debito estero dei Paesi del sud del mondo creato negli anni ’70. Lo Sri Lanka è stato tra i primi Paesi dell’Asia a sposare l’economia del libero mercato. Dal 1990 ad oggi il governo di Colombo ha ceduto 100 aziende di stato a privati, ma la corruzione è aumentata, la ricchezza nazionale e le risorse pubbliche sono state sfruttate dai politici e dalla classe burocratica ai danni della popolazione. Sono stati dilapidati oltre mille miliardi di rupie e la gente è diventata ancora più povera. Gi Stati Uniti hanno legato il loro destino alla guerra al terrorismo bruciando 35 miliardi di dollari dall’11 settembre ad oggi; Sri Lanka ha aumentato le spese di guerra destinandovi miliardi di rupie e dimenticando che metà della popolazione vive sotto il livello di povertà.
I più colpiti dalla crisi sono le donne ed i bambini. Cosa fare per evitarlo?
In questa situazione di guerra continua non siamo in grado di affrontare le condizioni in cui vivono molte donne. Degli oltre 20milioni di abitanti del Paese circa 10milioni sono donne. Metà della popolazione femminile vive con 200 rupie al giorno [1,4 euro Ndr], molte di loro sono povere, escluse dai servizi sociali di base. Sono trattate come rifiuti umani e soffrono mancanza di cibo e malnutrizione. Il 45% per cento delle donne gravide soffre di anemia. A questi dati bisogna aggiungere quelli dei figli. Il 32% dei bambini sono denutriti, uno su tre è sotto peso. Le donne sono vittime di una pesante violazione dei loro diritti minimi da parte del potere politico e del sessismo maschile. Sono emarginate a causa della guerra e della disparità economica e culturale. Eppure sono il cuore dell’economica del Paese. Dei 600mila lavoratori impiegati nelle piantagioni, la metà sono donne che guadagnano 1miliardo di dollari; dei 280mila giovani impiegati nelle zone di libero scambio il 75% sono ragazze che producono 2miliardi di dollari. Eppure tutti questi soldi non significano la liberazione delle donne dalla schiavitù e dalla segregazione sociale. Negli ultimi 30anni, più di 120 mila srilankesi hanno mandato in patria i loro stipendi guadagnati dall’estero, lavorando come schiavi. Il 65% di essi sono donne e insieme guadagnano 2 miliardi di dollari all’anno. Sino a pochi mesi fa le rimesse degli immigrati dall’estero ammontavano a più di 3miliardi di dollari, oggi sono scese a 1,2 miliardi. Chi ha distrutto questa economia femminile, frutto di fatica, lacrime e sangue? Le donne delle piantagioni ora sono sedute sulle porte di casa con i figli che soffrono la fame e chiedono: Chi ci ha rubato il futuro? Più di 16mila giovani lavoratrici sono state messe alla porta e licenziate: quale domani avranno i nostri giovani? Più di 10mila vedove di soldati morti negli ultimi tre anni hanno lasciato le loro terre incolte a causa della guerra….
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