"Lite religiosa" per la salma dell'eroe dell'Everest
Il dipartimento Affari islamici e la famiglia indù si contendono a Kuala Lumpur la salma di Moorthy, il primo malaysiano che nel 1997 scalò l'Everest. L'eroe, morto martedì scorso, non è ancora stato sepolto.
Kuala Lumpur (AsiaNews/Scmp) - Il primo malaysiano ad aver scalato l'Everest, M. Moorthy, è morto martedì scorso a 36 anni ma non è ancora stato sepolto a causa della disputa religiosa che si è scatenata intorno alla sua salma. Il dipartimento Affari islamici di Kuala Lumpur e la famiglia indù del defunto, infatti, si contendono il corpo e le modalità religiose di sepoltura.
Il dipartimento dichiara che lo scalatore, nato in una famiglia indù, si era convertito all'Islam durante un ricovero in ospedale: dopo la conversione avrebbe assunto il nome di Mohamad Abdullah. Il dipartimento afferma quindi che la salma deve essere ora sepolta seguendo i riti islamici.
La famiglia di Moorthy rifiuta con veemenza la conversione all'Islam del figlio: "Lui è indù dice la madre e lo è sempre stato".
Dopo un'intera notte in piedi nella principale camera mortuaria della città, entrambi i contendenti hanno deciso di affidare il loro caso ad una corte giudiziaria. Il dipartimento ha già affidato la petizione alla corte islamica Shariah, a cui richiede la salma per una sepoltura islamica. La famiglia reclama gli stessi diritti sul corpo, ma può rivolgersi solo alla corte secolare, che non ha alcun potere sugli affari islamici.
"Il problema é diventato molto complicato" dice A. Sivanesan, avvocato difensore della famiglia. Nessuna corte ha fissato una data d'udienza del caso, che potrebbe divenire una disputa fra la maggioranza musulmana e la minoranza indù.
Moorthy, ex militare, era rimasto paralizzato dal torace in giù dopo una lesione al collo. Era entrato in terapia intensiva l'11 novembre a causa di una caduta dalla sedia a rotelle. Il primo scalatore malaysiano dell'Everest, missione compiuta nel 1997, non reagiva più agli stimoli esterni in modo cosciente dopo le 2 operazioni subite, la prima per rimuovergli un grumo di sangue dal cervello e la seconda per inserirgli un tubo nell'esofago.