25/02/2005, 00.00
CINA
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L'inesorabile carneficina dei minatori cinesi (Scheda)

La crescita della domanda di carbone in Cina è inesorabile come pure la perdita di vita umane ad essa legata. In soli due giorni tra il 14 e il 15 febbario sono morti 220 minatori in due incidenti nelle province di Yunnan e Liaoning. Secondo stime dell'Amministrazione di Stato per la sicurezza sul lavoro, la Cina conta l'80% delle morti in miniera nel mondo, sebbene copra solo il 35% della produzione di carbone mondiale. Perché lo sviluppo economico cinese continua a uccidere i minatori? E perché questi non possono fare a meno di scendere sotto terra?

1) Crescita economica e domanda energetica. La domanda di carbone in Cina è sempre più in crescita. Il carbone fornisce il 61% del fabbisogno energetico della Cina, non sufficiente però a soddisfare la sete energetica del paese. A fronte di un tasso di crescita del PIL di poco più del 9% il consumo di energia negli ultimi due anni è aumentato di circa il 16% e nei primi sei mesi del 2004 le importazioni petrolifere sono aumentate quasi del 40%. Per riuscire a diversificare significativamente le fonti di energia, servirebbero forti investimenti, che il sistema finanziario cinese non può permettersi. La Cina produce circa 1,7 miliardi di tonnellate di carbone all'anno. Gli economisti prevedono che la produzione crescerà del 15% per venire incontro alla domanda. La mancanza di fonti di energia in tutto il paese induce i proprietari delle miniere ad incrementare la produzione, aumentando così il rischio di incidenti.

2) Mancanza di norme di sicurezza. L'inosservanza delle norme di sicurezza e la mancanza di sistemi di ventilazione, sono le cause più comuni di incendi ed esplosioni. Garantire la sicurezza è responsabilità del governo centrale e degli amministratori locali. La Cina non ha firmato la Convenzione internazionale sulla sicurezza nelle miniere stilata dall'International Labour Organization nel 1995. Pechino, inoltre, non fa nulla per applicare le insufficienti regolamentazioni già in vigore e controllarne la capillare attuazione. Al contrario, la domanda energetica crescente ha spinto le autorità a chiedere rifornimenti d'emergenza; molte delle piccole miniere più inefficienti e pericolose, chiuse dal governo già nel 2000, sono state riaperte senza essere in regola.

A livello locale, la maggior parte degli amministratori delle miniere spesso copre gli incidenti per evitare le indagini e l'eventuale chiusura dell'attività. Essi preferiscono investire nel corrompere le autorità piuttosto che nell'ammodernamento delle strutture e nell'equipaggiamento per la sicurezza. Nello Shanxi, dove a novembre sono morti 166 minatori, i dirigenti della miniera avevano ordinato ai lavoratori di tornare sottoterra nonostante i continui incendi minacciando licenziamenti.

Il rispetto delle norme di sicurezza non può neppure essere assicurato dai sindacati, vietati in Cina. L'informazione interna sulle condizioni dei minatori, inoltre, è manipolata dal governo. Ai giornalisti spesso viene impedito di recarsi sui luoghi degli incidenti o intervistare i familiari delle vittime.

3) Macchinari inadeguati. Le miniere in Cina si basano in gran parte sul lavoro manuale. Le ultime statistiche industriali mostrano che ogni milione di tonnellate di carbone estratto muoiono 4 minatori. Secondo l'agenzia cinese Xinhua, la percentuale è 100 volte superiore a quella registrata negli Usa. Un lavorate cinese però produce in media solo una tonnellata di carbone al giorno, mentre uno americano 40 tonnellate, grazie all'utilizzo di macchinari. In incidenti avvenuti in miniera dal 1992 al 2002 negli Usa sono morti 434 lavoratori, in Cina 59.543.

4) Condizioni dei minatori. Per molti il lavoro in miniera è l'unica possibilità di vita. La maggior parte dei minatori sono immigrati, semi analfabeti provenienti dai villaggi più poveri. Essi sono coscienti dei rischi che comporta, ma il lavoro in miniera offre un salario più alto di quello dei campi. Nelle miniere di Fuxin (Liaoning), dove il 14 febbraio sono morte 213 persone, un operaio guadagna in un mese circa 1.500 yuan (150 Euro). Per ottenere la stessa cifra un contadino impiega sei mesi. Gli orari di lavoro sono massacranti e nella maggior parte dei casi non vengono concesse ferie. Un minatore di Fuxin rimasto ferito nell'incidente ha detto di aver lavorato ininterrottamente per un anno intero perché "nel paese c'è una grande domanda di carbone".

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