Libertà religiosa, via per la pace: il commento di una carmelitana convertita dall’induismo
Mumbai (AsiaNews) – Suor Mary Joseph (nella foto), 63 anni, fino al ’71 ha vissuto come bramina indù. Convertita al cattolicesimo nel 1971, vive ora nella clausura delle carmelitane scalze a Mumbai. Prima della conversione, si chiamava Radha Krishnan e insegnava nella scuola delle canossiane di Mahim (Mumbai), dove ha incontrato la fede cattolica. Commentando per AsiaNews il tema della Giornata mondiale per la pace 2011 - “Libertà religiosa, via per la pace” - la claustrale sottolinea l’importanza di poter cambiare religione senza opposizioni.
“La libertà religiosa - dice - include il diritto a cambiare religione, a cercare la verità, a esprimere la propria opinione e ad adorare Dio in luoghi di culto pubblici. Quando qualcuno scopre una religione con valori migliori che gli dà speranza, nessuno dovrebbe opporsi”.
Suor Mary Joseph ricorda le “dure prove” che ha vissuto nel periodo della sua conversione: “La mia conversione al cattolicesimo è stata un affronto all’orgoglio della mia famiglia, che è rimasta abbattuta dalla mia scelta. I miei familiari hanno dovuto soffrire umiliazioni dagli altri parenti, essendo di una casta alta di bramini Iyengar, molto tradizionale”.
Senza la libertà religiosa, continua la suora, non si sviluppa “nella società una cultura di dialogo, di partecipazione, di solidarietà” e “la pace non può fiorire”.
In India questo stile spesso è ancora assente: “In passato nel distretto di Kandhamal [nell’Orissa, dove sono avvenuti i pogrom contro i cristiani tra agosto e settembre 2008, ndr], le minoranze sono state perseguitate e minacciate dalla maggioranza. I cristiani hanno sofferto e continuano ad essere emarginati anche oggi in alcune parti del distretto”.
“Il nostro Santo Padre” continua la carmelitana, “sa bene che la libertà religiosa è la base per lo sviluppo della pace. Quando essa viene ostacolata in modo violento, la comunità, la società, la nazione, il mondo vengono distrutti”.
Suor Mary Joseph afferma infine che tutta la società deve impegnarsi per favorire “la libertà religiosa”. “Essa è un diritto inalienabile e inviolabile radicato nella dignità di ogni essere umano. Deve essere garantita non solo dal punto di vista legale, ma anche nella vita di tutti i giorni”.
24/05/2006