Libero Hu Jia dopo oltre tre anni di prigione
La moglie Zeng Jinyan teme che alla liberazione seguano gli arresti domiciliari e l’obbligo del silenzio coi media. La sua liberazione avviene mentre Wen Jiabao è in Europa. Nel 2008 Hu Jia era stato insignito del Premio Sakarov.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Hu Jia, uno dei più noti attivisti per i diritti umani, è stato liberato oggi dopo aver passato tre anni e mezzo in prigione.
Hu era stato condannato nel 2008 per “aver incitato alla sovversione contro lo Stato”. Fra le sue “colpe” vi sono l’aver dato interviste a media stranieri; aver tenuto i collegamenti con attivisti e dissidenti; aver difeso il rispetto dei diritti umani e della libertà religiosa.
Hu Jia, 37 anni, si è riunito alla moglie Zeng Jinyan e ai suoi genitori. In questi anni Zeng ha molto sostenuto suo marito e ha spesso chiesto la sua liberazione, a causa della sua fragile salute. In una breve intervista stamane, ha spiegato che forse suo marito non potrà parlare con i giornalisti per un lungo periodo. “Dare interviste in questo momento – ha detto – potrebbe causare problemi”.
È probabile che per Hu Jia, alla liberazione dalla prigione segua una specie di arresti domiciliari, senza poter comunicare con nessuno. La sua sorte sarebbe simile a quella di Ai Weiwei e di Chen Guangcheng, due altre grandi personalità della dissidenza, liberate dalla prigione, ma costrette al silenzio e al domicilio coatto. Chen è stato anche picchiato dalle guardie che lo controllano 24 ore su 24.
La liberazione di Hu Jia avviene mentre il premier Wen Jiabao si appresta a visitare tre Paesi europei: l’Ungheria, la Gran Bretagna e la Germania. Nel dicembre del 2008 l’Unione europea lo aveva insignito del Premio Sakarov per i diritti umani.
Hu Jia, convertito al buddismo verso i 20 anni, è stato un ambientalista, elogiato anche dai media ufficiali. Ma poi, intorno al 2000 ha cominciato a chiedere indennizzi per i malati di Aids infettati da trasfusioni ad opera di personale medico statale e a difendere attivisti per i diritti umani, fino ad essere il punto di contatto di molta dissidenza.
Hu era stato condannato nel 2008 per “aver incitato alla sovversione contro lo Stato”. Fra le sue “colpe” vi sono l’aver dato interviste a media stranieri; aver tenuto i collegamenti con attivisti e dissidenti; aver difeso il rispetto dei diritti umani e della libertà religiosa.
Hu Jia, 37 anni, si è riunito alla moglie Zeng Jinyan e ai suoi genitori. In questi anni Zeng ha molto sostenuto suo marito e ha spesso chiesto la sua liberazione, a causa della sua fragile salute. In una breve intervista stamane, ha spiegato che forse suo marito non potrà parlare con i giornalisti per un lungo periodo. “Dare interviste in questo momento – ha detto – potrebbe causare problemi”.
È probabile che per Hu Jia, alla liberazione dalla prigione segua una specie di arresti domiciliari, senza poter comunicare con nessuno. La sua sorte sarebbe simile a quella di Ai Weiwei e di Chen Guangcheng, due altre grandi personalità della dissidenza, liberate dalla prigione, ma costrette al silenzio e al domicilio coatto. Chen è stato anche picchiato dalle guardie che lo controllano 24 ore su 24.
La liberazione di Hu Jia avviene mentre il premier Wen Jiabao si appresta a visitare tre Paesi europei: l’Ungheria, la Gran Bretagna e la Germania. Nel dicembre del 2008 l’Unione europea lo aveva insignito del Premio Sakarov per i diritti umani.
Hu Jia, convertito al buddismo verso i 20 anni, è stato un ambientalista, elogiato anche dai media ufficiali. Ma poi, intorno al 2000 ha cominciato a chiedere indennizzi per i malati di Aids infettati da trasfusioni ad opera di personale medico statale e a difendere attivisti per i diritti umani, fino ad essere il punto di contatto di molta dissidenza.
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