Liberato in segreto a Kabul un cristiano in carcere per apostasia
Sayed Mussa, sposato e padre di sei figli, lavorava per il Comitato internazionale della Croce Rossa prima dell’arresto. E’ stato liberato il 21 febbraio dal Kabul Detention Center dopo che i giudici avevano appurato che non c’era sufficiente materiale per portare avanti le accuse. Così ha dichiarato il gen. Qayoum Khan, direttore della prigione.
Non è chiaro se Sayed Mussa sia ancora in Afghanistan, o sia già stato fatto espatriare. Alcuni dei parenti, fra cui la moglie, dicono di non avere sue notizie. I diplomatici, in primo luogo l’ambasciata Usa, si sono rifiutati di confermare la notizia della liberazione, e affermano di continuare a tenere sotto osservazione il caso Mussa, e altri simili.
Il gen. Qayoum Khan ha detto che Mussa è stato portato lunedì scorso negli uffici del tribunale, dopo che il procuratore aveva inviato alla prigione una lettera, in cui si diceva che non c’erano prove contro di lui, e che doveva essere rilasciato.
Sayed Mussa è stato arrestato nel maggio 2010 dopo che una televisione locale aveva mostrato alcuni occidentali che battezzavano degli afghani, e altri afghani che pregavano in un raduno segreto di cristiani. Fonti locali, in condizioni di anonimato, dicono che il governo afghano ha subito forti pressioni per la sua liberazione, e che era a disagio, perché temeva le reazioni dei musulmani radicali.
Secondo alcuni Mussa potrebbe aver rinnegato la sua conversione, prima di essere liberato. Mussa era uno degli almeno due afghani in carcere con l’accusa di apostasia. Un altro, Shoaib Assadullah Musawi è in prigione dal novembre 2010 nella città di Mazar-i-Sharif , con l’accusa di aver dato un Vangelo a un amico. La costituzione afghana garantisce la libertà di praticare la propria fede, ma ambiguamente lascia ai singoli tribunali la possibilità di riferirsi alla Shari’a su molti temi, fra cui la conversione.