Liberato il giornalista Domenico Quirico: Tradito dalla rivoluzione siriana
Roma (AsiaNews/ Agenzie) - "Ho cercato di raccontare la rivoluzione siriana, ma può essere che questa rivoluzione mi abbia tradito. Non è più la rivoluzione laica di Aleppo, è diventata un'altra cosa". È quanto ha affermato Domenico Quirico, l'inviato del quotidiano italiano la Stampa rapito il 9 aprile scorso sul fronte siriano, al suo arrivo all'aeroporto di Ciampino dopo cinque mesi di prigionia. "Mi sentivo come su Marte - ha dichiarato - non sono stato trattato bene". Il governo ha dato notizia della sua liberazione mentre il giornalista era già a bordo di un aereo diretto in Italia. Insieme a Quorico è stato liberato anche il professore belga Pier Piccinin.
Quirico, inviato di guerra, era entrato in Siria dal confine con il Libano per seguire la ribellione contro Assad. Secondo una prima ricostruzione di Giampiero Massolo, direttore del Sistema di informazione per la sicurezza della repubblica (Dis), i primi a rapire il giornalista sono stati i ribelli jihadisti. Dopo mesi di silenzio essi lo hanno consegnato nelle mani di un gruppo di criminali comuni, che hanno iniziato contatti con le autorità italiane utili alla trattativa per la sua liberazione.
Da oltre un anno i sequestri di persona sono un'arma utilizzata da estremisti islamici e criminali comuni per terrorizzare la popolazione e ottenere denaro o concessioni. Lo scorso giugno mons. Zenari, nunzio apostolico a Damasco, denunciava ad AsiaNews l'aumento dei rapimenti: "I sequestri di persona sono un flagello silenzioso che da mesi colpisce centinaia di famiglie. I siriani sono terrorizzati da questi atti criminali che hanno molteplici autori e scopi: dal sequestro per estorsione ad opera di bande senza colore, a quelli a sfondo etnico religioso o politico".
In questi mesi diverse personalità religiose sono state rapite e sono ancora nelle mani dei sequestratori: mons. Gregorio Yohanna Ibrahim, vescovo siro-ortodosso, e mons. Boulos al-Yazigi, prelato greco-ortodosso, rapiti nei pressi del confine con la Turchia lo scorso 22 aprile; p. Michel Kayyal (armeno-cattolico) e p. Maher Mahfouz (greco-ortodosso), sequestrati in febbraio; p. Paolo Dall'Oglio, gesuita italiano, scomparso lo scorso 30 luglio.