25/01/2012, 00.00
CINA
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Liberato a sorpresa un pastore protestante non ufficiale

Shi Enhao, che guida una rete di chiese domestiche, avrebbe dovuto scontare un altro anno di lavori forzati. Le Associazioni internazionali per i diritti umani accolgono con favore la decisione, ma chiedono al regime comunista di liberare gli altri leader cristiani in galera. Tre vescovi e sei sacerdoti cattolici non ufficiali sono ancora “spariti nel nulla” o in prigione senza alcuna accusa o processo.
Pechino (AsiaNews) - Il governo cinese ha rilasciato in maniera inaspettata un leader cristiano, arrestato lo scorso anno e condannato ai lavori forzati. Secondo la ChinaAid Association, che ha lanciato una campagna per la sua liberazione, il pastore Shi Enhao avrebbe dovuto scontare almeno un altro anno di detenzione. Shi era stato ritenuto colpevole di “organizzare meeting illegali con scopi religiosi”.

Il pastore è vice presidente dell’Alleanza cinese delle chiese domestiche, una rete che unisce i luoghi di culto cristiani protestanti che non aderiscono al Movimento patriottico delle Tre autonomie. Questo Movimento è stato creato da Mao Zedong con lo scopo di controllare la religione cristiana nel Paese: come l’Associazione patriottica per i cattolici, per lungo tempo è stato considerato una sorta di chiesa ufficiale del regime. Al suo interno la libertà di culto e di pastorale è molto limitata.

Proprio per non dover cedere su questo piano, moltissimi fedeli si sono organizzati nelle cosiddette “chiese domestiche”, piccoli luoghi di culto privati dove operano pastori non iscritti al Movimento: Pechino opera una fortissima repressione su queste chiese, simile a quella indirizzata ai cattolici non ufficiali. La Christian Solidarity Worldwide ha accolto con favore il rilascio inaspettato del pastore Shi e chiede ora al governo di liberare altri leader cristiani in galera con accuse ingiuste. Fra questi ci sono Alimujiang Yimiti, condannato a 15 anni nel 2011; Gao Zhisheng, avvocato cristiano sparito per molto tempo nel nulla e “riapparso” poco tempo fa in una prigione del nord del Paese; Fan Yafeng, capo della chiesa domestica di Shengshan.

La campagna di ChinaAid è simile  quella lanciata da AsiaNews giorni fa, per liberare tre vescovi e sei sacerdoti cattolici non ufficiali, scomparsi o nelle mani della polizia [v. http://www.asianews.it/notizie-it/Appello:-Vescovi-e-sacerdoti-scomparsi-o-detenuti-in-prigione,-a-casa-per-il-Capodanno-cinese-23704.html].

Il 2011 è stato un anno terribile per la situazione dei diritti umani e della libertà religiosa. Il governo ha lanciato diverse campagne di repressione contro i cattolici, i cristiani, i buddisti tibetani e i musulmani uiguri. Lo scorso mese, per eludere la pressione internazionale, l’Ufficio Affari religiosi del governo ha nominato 9 rappresentanti fra le varie fedi ufficiali che dovranno parlare con i media, rispondere alle domande scomode e “migliorare la comprensione” della questione religiosa in Cina.
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