Liberati due cristiani detenuti per aver pregato in casa loro
Riyad(AsiaNews/MEC) - Due egiziani cristiani arrestati a Riyad il 25 ottobre scorso, sono stati rilasciati, giovedì 13 novembre dopo l’intervento di un principe saudita. Sabry Awad Gayed e Eskander Guirguis Eskander erano accusati di evangelizzare i non-cristiani e di aver aperto un luogo di culto non- musulmano. L’intervento del Principe Sultan Abdul Aziz Al-Saud ha portato al loro rilascio dopo il la polizia non è riuscita a produrre alcuna prova a sostegno dell’accusa mossa nei loro confronti. I due egiziani hanno dichiarato che, durante tutto il periodo di detenzione, sono stati trattati bene.
Secondo Middle East Concern, un’organizzazione a favore della libertà religiosa in Medio Oriente, il principe Sultan Abdul Aziz , che ricopre la cariche di secondo Vice-Primo Ministro e di Ministro della Difesa, si è interessato alla questione dopo aver ricevuto pressioni via lettera da parte di cristiani che lavorano in Arabia. Dopo aver personalmente rivisto il caso, il principe ha dato ordine di rilasciarli. L’ordine è stato eseguito dopo nove giorni.
In Arabia Saudita non vi è libertà religiosa, se non per l’Islam, che è religione di stato. É proibito costruire chiese e anche radunarsi per pregare. La presenza massiccia di stranieri che lavorano nel paese, porta a chiudere un occhio su possibili raduni in case private.
Recentemente la stampa saudita ha attribuito al Principe la seguente dichiarazione: "Diciamo ai cristiani: all’interno di casa vostra, voi e le vostre famiglie fate quel che volete, adorate chiunque volete. Ma qui in Arabia Saudita [considerata "Terrasanta dell’Islam" – ndr] non c’è mai stata e non ci sarà mai una chiesa".
Il sig. Gayed lavora come pediatra e si trova in Arabia Saudita da cinque anni. Il sig. Eskander invece, è un falegname. Insieme, in una casa, organizzano delle preghiere per gli arabi cristiani. Al momento dell’arresto avevano in mano la Bibbia che essi hanno detto essere la propria Bibbia personale. La polizia religiosa [Al-Muttawa] li ha arrestati per timore che essi stessero facendo proselitismo.
Il raduno cristiano tenuto a casa loro, era stato indagato due anni prima. Ma era stato lasciato tranquillo perché i 150 partecipanti erano tutti cristiani. Dopo la loro liberazione, i due hanno ricevuto il permesso di rimanere nella capitale. In moltissimi altri casi documentati, il sospetto di proselitismo porta automaticamente all’espulsione o alla prigionia.(P.B.)