Lhasa, centinaia di studenti manifestano contro le discriminazioni cinesi
Una prima manifestazione pacifica si è svolta per protestare contro gli esami di assunzione per i posti pubblici, scritti in cinese per i cinesi. Gli studenti accusano le autorità di rendere inutili i loro titoli di studio, nonostante siano stati conseguiti in Cina.
Kathmandu (AsiaNews/Rfa) Centinaia di studenti tibetani hanno manifestato per le strade di Lhasa contro la discriminazione operata in campo sociale e lavorativo dalle autorità comuniste cinesi di etnia han che governano la regione.
La prima manifestazione si è svolta alla fine di ottobre, è durata 2 giorni ed è stata del tutto pacifica; una seconda è prevista per l'11 novembre prossimo.
La causa che ha scatenato le proteste dei giovani sembra essere l'esame pubblico che si è svolto il 30 settembre scorso nella capitale, indetto per assegnare 100 posti nell'amministrazione pubblica. Una fonte locale spiega che "gli esami si sono svolti in cinese; le domande riguardavano la cultura e la storia cinese ed alla fine 98 posti sono stati assegnati a cinesi di etnia han".
I manifestanti spiegano che si sentono "due volte discriminati, una volta per come si svolgono le prove di assunzione e la seconda per il fatto che la maggior parte di noi ha studiato in università cinesi: al momento di iscriverci, le autorità locali ci hanno assicurato che la laurea di un Istituto cinese ci avrebbe garantito le stesse opportunità degli Han. Questo non è vero".
Il problema diviene ancora più grave se si considera che solo il 13% dei tibetani possiede un titolo di studio di scuola secondaria superiore, o di grado maggiore, contro il 50% dei cittadini di etnia han. Eppure, il 52 % della popolazione è di etnia tibetana.
Gli studenti spiegano che "la nostra istruzione è frutto di grandi fatiche da parte delle nostre famiglie, rimaste qui a lavorare per mantenerci. Se ora questi titoli diventano carta straccia, vuol dire che abbiamo perso tutto".
Per questo, un gruppo composto da circa 200 studenti continua da giorni la sua protesta pacifica davanti agli uffici delle autorità locali.