26/03/2012, 00.00
HONG KONG
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Leung Chun-ying eletto nuovo governatore di Hong Kong

di Eugenia Zhang
È stato votato da 689 grandi elettori su 1200, pari allo 0,02% della popolazione. Leung ha battuto Henry Tang sostenuto dalla lobby degli industriali e Albert Ho, unico candidato pro-democrazia. In duemila, fra cui molti cristiani, protestano per chiedere il suffragio universale e la fine delle elezioni basate sui circoli lobbistici vicini a Pechino.

Hong Kong (AsiaNews) - Leung Chun-ying è il nuovo capo dell'esecutivo di Hong-Kong. Egli è stato eletto con 689 dal Comitato elettorale dei circles, i 1.200 grandi elettori (circa lo 0,02% su una popolazione di 7,1 milioni di persone), scelti dal governo centrale per rappresentare le principali categorie sociali. Egli sostituisce il leader uscente Donald Tsang, cattolico. Leung assumerà l'incarico il prossimo 1° luglio, in occasione del 15mo anniversario della restituzione di Hong Kong alla Cina. Il suo mandato durerà cinque anni.

Il numero dei voti è stato il più basso nella storia delle elezioni di un capo dall'esecutivo dal 1997, l'anno del passaggio di Hong Kong alla Cina. Henry Tang, rivale di Leung sostenuto dalla lobby degli industriali ha guadagnato 285 preferenze. Albert Ho, unico candidato pro-democrazia ha ricevuto solo 76 voti.

Oltre 2mila persone, fra cui diversi cristiani, hanno manifestato davanti alla sede elettorale contro il sistema di voto basato sulle lobby, chiedendo il suffragio universale per le elezioni del capo dell'esecutivo e del parlamento.

Per bloccare la manifestazione la polizia ha utilizzato spray al peperoncino contro la folla. Fra i colpiti anche Lee Cheuk-yan, deputato cristiano protestante e leader del Labour Party. Lina Chan, segretario esecutivo della Commissione di giustizia e pace per la diocesi di Hong Kong, afferma ad AsiaNews, che il 1° aprile diversi gruppi civici, molti dei quali cristiani, organizzeranno una marcia per chiedere la piena democrazia a Hong Kong. "Noi siamo contro il Comitato elettorale (small circles) - sottolinea - Vogliamo la piena democrazia".       

Dopo l'annuncio della vittoria, Leung ha lanciato un appello per l'unità sociale e ha giurato di salvaguardare i valori base di Hong Kong: lo stato di diritto, un governo non corrotto, la libertà, di parola e associazione. Egli ha affermato che si assumerà questo enorme compito "con umiltà e gratitudine".

Riguardo al controverso articolo 23 della "Basic Law" - la piccola Costituzione del territorio di Hong Kong - sulla sicurezza nazionale egli ha sottolineato che si impegnerà ad avere il consenso dei cittadini sulla questione.

Nel 2002-2003 in nome di questo articolo, l'allora governatore filo-cinese Tung Chee Hwa propose una legge anti-sedizione che decurtava i diritti personali e di associazione. Il 1° luglio 2003 la popolazione di Hong Kong è insorta con una gigantesca manifestazione di oltre mezzo milione di persone. Il governo di Hong Kong decise di ritirare la legge.   

Leung, 57 anni, è stato segretario del Comitato esecutivo, organo che assiste il governatore nell'amministrazione politica, fino alle sue dimissioni nel settembre 2011. Egli è stato membro del "pro - establishment bloc" della politica di Hong Kong, ed è un membro del Comitato permanente della Chinese People's Political Consultative Conference.

Alla vigilia delle elezioni, circa 223mila persone hanno partecipato a un sondaggio condotto dal Programma dell'Università di Hong Kong sull'opinione pubblica. I risultati hanno rivelato che il 54% degli intervistati ha optato per la scheda bianca, mostrando poca fiducia per tutti i tre candidati. Leoung ha raccolto circa il 18% delle preferenze, seguito da Tang con il 16% e da Ho con l'11%.

Gli editoriali apparsi ieri sui due settimanali della diocesi di Hong Kong, in inglese e in cinese, hanno criticato "le non democratiche elezioni degli small circles". Con questo sistema, "nessuno avrà legittimità agli occhi dei cittadini" e la voce della base popolare continuerà ad essere ignorata. Le politiche governative saranno ancora formulate a favore delle lobby, aumentando il divario fra i ricchi e poveri".  

 

 

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