Lettera del Papa ai vescovi cinesi invitati al Sinodo
Risponderà di suo pugno a mons. Luca Li Jingfeng, che gli aveva scritto per esprimere il rammarico dei 4 presuli invitati al Sinodo per non aver potuto accettare. Mons. Kondrusiewicz, vescovo a Mosca, parla della situazione dei cattolici russi, che è un pò migliorata, ed esprime la speranza di un incontro tra Benedetto XVI ed Alessio II.
Città del Vaticano (AsiaNews) Benedetto XVI risponderà con una lettera di suo pugno a mons. Luca Li Jingfeng, vescovo di Fengxiang (Shaanxi), che gli aveva scritto nei giorni scorsi per ringraziarlo dell'invito rivolto a 4 vescovi cinesi di partecipare al Sinodo dei vescovi sull'Eucaristia. La lettera è giunta in Vaticano il 6 ottobre ed oggi è stata letta dal cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, durante i lavori sinodali. "Oltre al rammarico per l'impossibilità di partecipare ai lavori - ha detto mons. Giorgio Costantino, portavoce italiano del Sinodo dei vescovi - nella lettera si auspica un pronto ristabilimento dei rapporti anche diplomatici tra la Santa Sede e la Cina".
La lettera del presule cinese e, probabilmente, la risposta di Benedetto XVI dovrebbero essere rese note dal Vaticano nei prossimi giorni.
La situazione dei cattolici russi ed i rapporti tra Vaticano e Patriarcato ortodosso di Mosca sono stati al centro di un incontro che il vescovo a Mosca, Tadeusz Kondrusiewicz, ha avuto con i giornalisti che seguono i lavori del Sinodo. "Preghiamo sempre ha detto tra l'altro - perché avvenga un incontro tra il Papa e il patriarca di Mosca Alessio II, non sappiamo se a Roma, a Mosca o in territorio neutrale: le nostre sono le più grandi Chiese nel mondo cristiano, e uniti sarà più facile affrontare le grandi sfide del mondo contemporaneo".
A proposito della situazione dei cattolici in Russia, mons. Kondrusiewicz, dopo aver negato che essi facciano attività di proselitismo nei confronti degli ortodossi, ma, ha osservato, "occorre chiarire cosa vuol dire proselitismo: se si intende un modo disonesto di prendere i fedeli da un'altra chiesa, questa non è né la nostra politica né la nostra ambizione", ma ricordando le affermazioni del Vaticano II sulla libertà di coscienza, "se uno viene da me - ha detto - e mi dice 'voglio diventare cattolico', non posso buttarlo via, devo rispettare la volontà di questa persona, e questo non è proselitismo". Il vescovo ha poi ricordato che per ammettere un adulto al battesimo cattolico si richiede un anno di preparazione, che dà il tempo di valutare e decidere liberamente. Egli ha rivelato di aver proposto un incontro tra ortodossi e cattolici "per definire cosa sia il proselitismo, e comportarsi di conseguenza".
Quanto alla situazione dei cattolici russi, essa è migliorata con le recenti norme sui visti, per cui i religiosi stranieri possono svolgere attività pastorale in Russia.
Mons. Kondrusiewicz ha infine descritto la situazione pastorale: nel Paese ci sono 220 parrocchie registrate e circa 300 punti pastorali non registrati; secondo le statistiche i cattolici sono 600.000, ma si parla anche dell'1% della popolazione e questo vorrebbe dire 1.500.000 cattolici. Il 25% delle parrocchie registrate non ha un luogo dove celebrare: "lo si fa in case private e a Mosca nelle ambasciate (statunitense e tedesca) e nelle case delle suore di Madre Teresa". Se a San Pietroburgo i cattolici hanno riavuto indietro tutte le chiese sopravvissute al comunismo (6 sulle 18 originarie), a Mosca invece di tre ne hanno avuta indietro soltanto una.
22/10/2005