Legge marziale contro il rischio islamico nelle zone del turismo
Bangkok (AsiaNews/agenzie) Ufficiali della sicurezza nazionale hanno dichiarato la legge marziale nel sud del paese, dopo una serie di esplosioni e attacchi mortali nelle province di Narathiwat e Pattani. La decisione è stata presa dopo che le autorità thai, per la prima volta dopo decenni, hanno ammesso apertamente che vi sono operazioni separatiste di guerriglia islamica in queste province a maggioranza musulmana, famose anche per il turismo.
La serie di attacchi è avvenuta il 4 e il 5 gennaio scorsi.
Il 4 gennaio, 18 scuole sono state bruciate. Una di esse comprendeva un asilo e una scuola elementare a Narathiwat. Il direttore della Muang Narathiwat School ha detto: "Gli attentatori hanno distrutto il futuro dei nostri bambini". La Muang Narathiwat School serve 651 studenti, il 95% dei quali sono musulmani. Secondo la polizia gli incendi alle scuole erano un diversivo per attaccare un campo militare nelle vicinanze, da cui sono stati trafugati 100 armi da fuoco, uccidendo 4 soldati.
Il 5 gennaio due bombe sono esplose vicino a Pattani, e due poliziotti sono stati colpiti. L'esplosione era stata preceduta da una serie di minacce su possibili attentati che ha costretto la polizia a la popolazione civile a una serie di emergenze, con relative evacuazioni degli edifici.
Gli attacchi sono attribuiti al gruppo separatista locale, i Mujahedeen Pattani, in relazione con i Kampulan Mujahedeen Malaysia. Entrambi fanno parte della rete terroristica regionale Jemaah Islamiyah, che ha forti legami con al Qaeda.
Il gen. Kitti Rattanachaya, ex comandante della provincia del sud, afferma che l'efficiente coordinazione degli attacchi suggerisce che gli autori hanno avuto assistenza "professionale" da parte di qualche gruppo legato ad al-Qaeda. "Penso che questi gruppi siano legati", ha detto il generale (ora in pensione). "Essi si conoscono molto bene. Sono stati commilitoni nella guerra in Afghanistan".
La legge marziale è stata decretata nelle zone più a rischio di rivolta islamica, le province di Narathiwat, Pattani, Yala. La legge marziale permette all'esercito di attuare perquisizioni e controlli su strade, scuole, edifici pubblici e altri luoghi sospetti. Finora però vi è dispiego di truppe nelle maggiori città nè si è messo in atto alcun coprifuoco. Ma la polizia ha già arrestato 30 persone. Fra questi vi sono anche due insegnanti musulmani, sospettati di aver appiccato l'incendio nelle scuole.
Il 6 gennaio il Primo Ministro Thaksin Shinawatra ha dichiarato che le violenze dei giorni scorsi sono opera di gruppi islamici separatisti, con doppia cittadinanza, thai e malaysiana. Questo permette loro di attraversare la frontiera della Malaysia con molta facilità e di trovare rifugio in casa di parenti o amici..
I leader delle comunità musulmane thai, escludono ogni responsabilità della comunità islamica locale e hanno chiesto al governo di non rispondere con misure forti. Una reazione dura di Bangkok rischia di allontanare turismo e investimenti stranieri dall'area, dove vi sono molti paradisi di vacanze.
Il capo della polizia, gen. San Sarutanon, ha dichiarato ai giornalisti che i militanti vogliono colpire altre zone del paese, almeno 12 regioni, compresa Bangkok.
La Thailandia con 60 milioni di persone, è al 95% buddista. Solo il 4 % sono musulmani, concentrati per la maggior parte nel sud, nella zona di Pattani. L'80% di essi sono musulmani di discendenza etnica malay. (MS)
Cartina nella foto: BBC
29/10/2004