01/12/2012, 00.00
RUSSIA
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Legge contro la blasfemia, Putin rimanda l’adozione del testo in primavera

In questo modo, secondo la stampa russa, le autorità vogliono coinvolgere di più l’opinione pubblica ed evitare conflitti su un tema molto delicato nel Paese. Il testo prevede fino a cinque anni di detenzione per la profanazione di luogo di culto.

Mosca (AsiaNews/Agenzie) - Il presidente russo, Vladimir Putin, ha deciso di posticipare alla prossima primavera l'adozione della cosiddetta "legge contro blasfemia e atti che offendono il sentimento religioso". Lo hanno reso noto le agenzie russe, mentre una fonte del giornale Vedomosti ha spiegato che, in questo modo, le autorità auspicano di ottenere un maggiore coinvolgimento dell'opinione pubblica sulla bozza di legge, che ha ricevuto le critiche degli attivisti per i diritti umani, ma il consenso del Patriarcato di Mosca e delle comunità di minoranza più influenti.

Il documento propone pene che vanno da multe fino a 300mila rubli (10mila dollari), alla reclusione per tre anni per "insulti pubblici alla fede e umiliazioni durante i servizi liturgici". Per la profanazione e la distruzione di oggetti religiosi, in luoghi di culto e nei pellegrinaggi, le multe vanno da 100 a 500mila rubli, lavoro obbligatorio fino a 400 ore o fino a cinque anni di detenzione.

Il testo è stato presentato alla Duma a fine settembre, sulla scia delle polemiche sollevate dal caso Pussy Riot, le ragazze della band punk femminista russa, condannate a due anni di detenzione per una performance anti-Putin, nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. L'accusa, durante il processo, ha fatto leva proprio sulla presunta offesa al sentimento dei fedeli ortodossi.

I primi di novembre, in un incontro del Consiglio per i diritti umani con Putin, alcuni attivisti di spicco hanno criticato la formulazione troppo vaga della proposta di legge contro la blasfemia, che potrebbe provocare numerosi errori giudiziari. "Il sentimento - ha spiegato Irina Khakamada al capo del Cremlino - è un termine vago e non di tipo legale". All'attivista ha fatto eco la Corte Suprema, la quale in un parere ufficiale ha avvertito che l'applicazione della legge così formulata sarà difficile, se non si chiariscono parole come "culto" e "tradizioni religiose".

I sostenitori di un inasprimento delle pene per atti blasfemi - tra cui vi è non solo la Chiesa russo-ortodossa, ma anche i leader musulmani - sostengono che la legge sia necessaria per stroncare i crescenti conflitti interni alla società in campo religioso. Stando a un sondaggio dell'istituto statale Vtsiom, l'82% dei russi è a favore dell'iniziativa legislativa, soprattutto dopo il susseguirsi di atta vandalici contro simboli religiosi: dall'imbrattamento di icone, fino a croci divelte e spezzate in diverse zone del Paese. "Questo ampio consenso nella società - ha dichiarato il capo del Dipartimento sinodale per i rapporti tra Stato e società, l'arciprete Vsevolod Chaplin - è chiaro segno che in molti stessero aspettando tale iniziativa". (N.A.) 

 

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