Leader sunnita "benedice" il Piano di riconciliazione di al-Maliki
Il responsabile dell'agenzia per le moschee e i santuari sunniti sottolinea l'urgenza dello scioglimento delle milizie. Attesa per conoscere i particolari del Piano. Gruppi di insorti stanno trattando con Talabani, ma per riconsegnare le armi vogliono un calendario del ritiro delle forze straniere.
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) Significativo punto a favore del piano di riconciliazione nazionale del primo ministro iracheno Nuri al-Maliki: uno dei principali leader sunniti ha "benedetto l'iniziativa", anche se ha indicato alcune condizioni per l'adesione del suo gruppo, in primo luogo lo scioglimento delle milizie, mentre alcuni movimenti armati chiedono un calendario per il ritiro delle truppe straniere, per aderire alla richiesta di consegna delle loro armi.
Restano contrarie le maggiori fazioni dei rivoltosi, compresa Al Qaeda, consacrate ad una dichiarazione a favore del jihad.
Ahmad Abdel-Ghafour al-Samaraie, responsabile del Patrimonio sunnita, l'agenzia statale per le moschee e i santuari sunniti, pur chiedendo al governo di far conoscere rapidamente i particolari del piano, ha "benedetto l'iniziativa", spiegando che "ci vediamo un barlume di speranza". "Pensiamo ha aggiunto che il primo passo da intraprendere sia lo scioglimento delle milizie armate, perché il governo non sarà in grado di imporre la legge a qualcuno, con la presenza di questi miliziani, che si considerano al di sopra della legge". Il religioso ha voluto anche lanciare un allarme per il fatto di "aver avuto notizia che alcune persone stanno sobillando i gruppi armati ad attaccare alcune zone di Baghdad, per diffondere terrore e caos nella città e provocare il fallimento del Piano".
Ieri, intanto, il deputato curdo Mahmoud Othman ha sostenuto che ci sono sette gruppi armati che hanno intrapreso colloqui con il presidente Jalal Talabani per la consegna delle loro armi, ma chiedono "un calendario per il ritiro delle truppe straniere ed il riconoscimento della legittimità della resistenza da loro opposta a tali forze". Egli non ha fatto il nome dei gruppi. Ma fonti sciite ne hanno fatti sei: le Brigate della rivoluzione del 1920, l'Armata Mohammad, Abtal al-Iraq (Eroi del'Iraq), il Gruppo 9 aprile, le Brigate Al-Fatah e le Brigate del comando generale delle Forze armate. Si tratta di gruppi formati per lo più da membri del governo, della guardia o della sicurezza del governo di Saddam Hussein.
Mentre è alta l'attesa per la concreta indicazione dei 28 punti del piano, che domenica dovrebbe essere illustrato nei particolari, una prima concreta misura annunciata dal governo è stata la possibilità di essere reinseriti al loro posto offerta dal Consiglio dei ministri ai dipendenti statali che siano stati imprigionati e rilasciati in base alle misure di clemenza da poco adottate. Essi potranno tornare al loro lavoro che sarà considerato ininterrotto sotto il profilo della carriera. Ugualmente non sarà tenuto conto delle interruzioni dell'anno scolastico per gli studenti che sono stati invitati a sostenere gli esami di fine anno. Le concessioni saranno naturalmente revocate in caso di nuovo arresto.