Leader religiosi: votate per tolleranza, democrazia, unità
Jakarta (AsiaNews/Agenzie) Sono iniziate alle 7 del mattino le prime operazioni di voto delle seconde elezioni libere del paese, dopo la dittatura trentennale di Suharto, rovesciata nel 1999. Sono circa 147 milioni gli indonesiani aventi diritto e si prevede che l'affluenza alle urne sarà molto alta. Nelle elezioni del 1999, ha votato l'80% degli aventi diritto.
Per impedire azioni dei terroristi islamici, che potrebbero tentare di bloccare le elezioni, sono state messe a punto eccezionali misure di sicurezza, dispiegando 280 mila poliziotti lungo tutto l'arcipelago. Sebbene l'87,2% degli indonesiani sia di fede musulmana, non ci sono partiti fondamentalisti. Nelle province di Papua e Aceh (nella punta occidentale dell'isola di Sumatra), rivendicate da ribelli separatisti che contestano le elezioni, non si sono verificati disordini.
Sulle scelte elettorali degli indonesiani, si sono pronunciati diversi leader religiosi, che hanno pubblicato un appello in cui invitano gli elettori a votare in base alla propria coscienza, "come manifestazione della propria responsabilità di buoni cittadini".
Il 31 marzo scorso, circa 200 rappresentanti cattolici, protestanti, musulmani, buddisti, confuciani, indù si sono riuniti e hanno espresso la speranza che i partiti, soprattutto quelli di matrice religiosa, siano portatori di valori etici quali rispetto, onestà, giustizia, tolleranza. I leader hanno invitato anche tutti i rappresentanti religiosi del paese, a contribuire a elezioni pacifiche e sicure, per realizzare la democrazia, la scelta migliore per costruire una "casa indonesiana" fondata su fratellanza, uguaglianza e giustizia. "Le differenze nelle identità religiose sono una ricchezza culturale che deve essere rispettata e diventare il pilastro della vita democratica che si sta sviluppando". Secondo I Nyoman Suwandha, presidente del Parisadha Hindu Dharma, "i leader [politici - ndr] devono capire che il popolo è la spina dorsale della società e devono prestare attenzione alle sue lamentele".
In base ai sondaggi, nessun partito ha la maggioranza assoluta e il Golkar, il partito al governo durante la dittatura di Suharto, è il favorito, malgrado una nefasta tradizione di corruzione, autoritarismo, monopoli economici, nepotismo. Molti indonesiani hanno espresso l'intenzione di votarlo, perché "ha maggiore esperienza" del Partito Indonesiano di Lotta (PDI-P), dell'attuale presidente donna Megawati Sukarnoputri, che ha deluso le aspettative di lotta a corruzione e disoccupazione e nel perseguire le riforme. Sukarnoputri ha inizialmente fondato la sua immagine e ottenuto consensi in quanto figlia del fondatore del paese Sukarno. L'esito del voto sarà anche una cartina al tornasole per pensare a una sua riconferma alle elezioni presidenziali del prossimo luglio.
Oltre alla maggioranza musulmana, in Indonesia sono presenti cristiani (9,7%, di cui 6,1% protestanti e 3,6% cattolici), induisti (1,8%), buddisti (1%). Altri professano culti sincretisti o animisti. (MR)
02/10/2017 14:09