Leader religiosi asiatici: "Il terrorismo è contro la religione"
Oltre 100 leader delle principali religioni condannano le violenze dei gruppi fondamentalisti e sottolineano che povertà e ingiustizie sociali sono le vere cause dei conflitti.
Yogyakarta (AsiaNews) Dobbiamo rafforzare il dialogo interreligioso e condannare i gruppi fondamentalisti che ostacolano il cammino verso la pace. Lo affermano in un documento comune 124 leader religiosi della regione Pacifico-Asiatica al termine di un incontro a Yogyakarta (nello Java centrale). Al vertice hanno partecipato personalità del mondo religioso (cattolici, protestanti, musulmani, buddisti, indù, ebrei) e politico, con lo scopo di promuovere il dialogo fra le diverse confessioni e favorire la pace nella regione.
Padre Ismartono, rappresentante della conferenza dei vescovi indonesiani (KWI), sottolinea l'importanza dell'incontro perché ha favorito lo scambio di idee fra diversi gruppi religiosi, rafforzando un sentimento comune di amicizia. Padre Ismartono afferma che il meeting ha "una valenza politica rilevante" perché ha sancito una condanna comune contro "i gruppi di estrema destra e fondamentalisti".
Anche mons. Manuel Mousanto è convinto che l'incontro abbia "rafforzato il dialogo interreligioso" e favorito una migliore "conoscenza fra cristiani e musulmani", in particolare nel Mindanao.
I delegati hanno inoltre sottolineato che il terrorismo non affonda le sue radici nelle religioni, perché esso è contro la morale e i principi "di tutte le religioni". Una presa di posizione ribadita dal presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono, secondo il quale "il terrorismo è nemico di tutte le religioni" ed è necessario eliminare "i pregiudizi religiosi e razziali, legati al divario economico e alle discriminazioni fra ricchi e poveri, che potrebbero sfociare in conflitti".
Una riflessione condivisa dalla suora australiana Patricia Madigan; la religiosa afferma che "il terrorismo affonda le radici nell'ingiustizia sociale" e per sconfiggerlo è necessario promuovere momenti "di conoscenza, di amicizia e di comune comprensione".
Durante l'incontro il presidente del Muhammadiyah, la seconda organizzazione musulmana del Paese, ha denunciato l'atteggiamento aggressivo in politica estera del governo Usa; secondo Syafii Maarif esso ha provocato profonda miseria in molte parti del mondo. Malgrado tale condanna, il leader islamico invita i musulmani a "non odiare gli americani".
Syafii Anwar, direttore del Centro internazionale per l'Islam e il pluralismo (ICIP), aggiunge che un mondo pacificato sarà possibile quando una democrazia ispirata all'Islam riuscirà a combattere il radicalismo islamico. Nel corso di una conferenza promossa dall'ICIP e dall'Asia Foundation a Jakarta, egli sottolinea che "l'Islam non è contro la democrazia: nel Corano si affermano valori come l'uguale dignità fra i popoli, che si accordano con i principi propri della democrazia".