Leader musulmano difende i cristiani dell’Himachal Pradesh
di Nirmala Carvalho
In una lettera aperta indirizzata a Sonia Gandhi, Syed Shahabuddin, ex deputato e presidente dell’ Unione dei musulmani indiani, chiede l’abrogazione della legge anti-conversione nello Stato, uno strumento non necessario e molto pericoloso per tutta l’Unione.
Delhi (AsiaNews) – L’approvazione della legge anti-conversione nell’Himachal Pradesh “produrrà un effetto negativo in tutta l’Unione” e “non è giustificato da alcun dato attendibile, date le piccole dimensioni della comunità cristiana ed il suo egregio comportamento”.
Lo scrive in una lettera aperta a Sonia Gandhi uno dei più importanti leader islamici del Paese, Syed Shahabuddin, ex deputato e presidente della Majlis-e-Mushawarat (Unione dei musulmani indiani).
Nel testo, Shahabuddin sottolinea come “l’approvazione di una legge anti-conversione in uno Stato dove non si verificano conversioni, e dove i cristiani sono solo 8mila, crea un pericoloso precedente: se leggi di questo tipo potevano essere giustificate da emergenze storiche in Stati come l’Orissa ed il Madhya Pradesh, esse non hanno senso ora e danno una scusa a Rajasthan, Chhattisgarh e Gujarat, che non aspettano altro per approvare decreti simili e pericolosi”.
In conclusione, il leader musulmano chiede alla presidente del Congresso indiano di intervenire “affinché il governo dell’Himachal Pradesh non presenti il testo al suo governatore, per essere firmato: esso deve morire di morte naturale”.
Sullo stesso argomento si è espresso anche Abraham Mathai, segretario generale dell’All India Christian Council, che – sempre a Sonia Gandhi – scrive: “E’ necessario intervenire contro una legge che cerca di strangolare lo spirito di libertà dei cittadini indiani”. Inoltre, scrive ancora Mathai, “voglio sottolineare come questi decreti siano stati approvati in quegli Stati dove è al potere il Bharatya Janata Party [Bjp, il più grande partito politico indiano, di impronta nazionalista e fondamentalista ndr]”.
Nel messaggio, infine, la Gandhi viene definita “un’icona del sacrificio a servizio della società, in un’atmosfera politica piagata da sentimenti auto-referenziali” e “l’unica guida per il Paese, verso una prosperità che non deve compromettere i grandi ideali dei fondatori della nazione”.
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