12/04/2012, 00.00
INDIA – ITALIA
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Leader cristiano: Felici per la liberazione di Bosusco. Ora il governo pensi ai tribali

Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians, ricorda le disc, riminazioni quotidiane subite da tribali e cristiani dell’Orissa, nell’indifferenza delle autorità. Degli oltre 3.300 reclami presentati dalle vittime dei pogrom anticristiani di Kandhamal, solo 831 sono stati convertiti in denunce.

Bhubaneshwar (AsiaNews) - Il leader protestante Sajan K George è "molto soddisfatto" della liberazione di Paolo Bosusco. Ma mentre si attende il rilascio del parlamentare tribale Jhina Hikaka, non bisogna dimenticare "il trattamento ingiusto che il governo dell'Orissa riserva ai tribali. Lo stesso che ha verso i cristiani". Secondo dati del Global Council of Indian Christians (Gcic) infatti, degli oltre 3.300 reclami presentati dalle vittime dei pogrom anticristiani del 2008 alle locali stazioni di polizia, solo 831sono stati registrati come denunce (Fir, First Information Report).

"Il Kandhamal - spiega Sajan George - è sotto i riflettori della comunità internazionale dal dicembre 2007 e dall'agosto 2008, quando si sono consumate gravi violenze anticristiane. Ancora oggi, oltre 50mila cristiani perseguitati durante i pogrom non conoscono pace e normalità. Continuano a soffrire umiliazioni e discriminazioni di ogni tipo, anche sociali".

Nel marzo 2012, la Commissione Usa per la libertà religiosa nel mondo ha inserito l'India nella "lista d'osservazione" dei Paesi con gravi violazioni della libertà religiosa, soprattutto a causa della mancata giustizia per le vittime di pogrom. L'agenzia americana ha esortato il governo indiano e polizia a prendere misure efficaci per proibire e punire i casi di violenza su base religiosa, nel pieno rispetto della legge e proteggendo vittime e testimoni.

"I maoisti - aggiunge il presidente del Gcic - non sono l'unico movimento che denuncia la situazione di discriminazione in cui vivono i tribali. Per lungo tempo i principali partiti politici, e i governi da loro guidati, hanno trattato queste popolazioni come bacini di voti. Dando invece per scontate la povertà opprimente e l'arretratezza sociale in cui vivono. Tribali innocenti e tanti altri poveri sono in prigione, bollati come maoisti. Gli avvocati rifiutano di assumere la loro difesa, e gli amici li allontanano per timore di essere imprigionati. Si sentono attaccati da tutti". (NC) 

 

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