Leader cristiani: per il governo, un "dovere" giungere a una pace negoziata
Colombo (AsiaNews) – I leader cristiani dello Sri Lanka invitano il governo a rinnovare lo sforzo per raggiungere una pace duratura attraverso negoziati e mettere fine alla cultura della violenza che orami dilaga in tutto il Paese.
In due distinti messaggi di cordoglio e condanna per l’omicidio del parlamentare tamil, T. Maheswaran, e le vittime della bomba del 2 gennaio nella capitale, mons. Oswald Gomis, arcivescovo di Colombo, e il vescovo della Chiesa anglicana in Sri Lanka, Duleep De Chickera, ricordano ai politici le “loro responsabilità e doveri”: raggiungere una soluzione negoziata del conflitto civile.
L’appello dei due vescovi arriva mentre il governo annuncia l’intenzione di interrompere formalmente l’applicazione del cessate-il-fuoco siglato nel 2002 con i ribelli delle Tigri tamil (Ltte). Di fatto entrambe le parti non rispettavano più l’accordo da oltre un anno.
Il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha espresso rammarico per la decisione presa e si è detto profondamente preoccupato che il ritiro dal cessate-il-fuoco sia giunto mentre è in atto l'intensificazione della lotta contro il nord e la crescente violenza in tutto il Paese, compresa la capitale Colombo.
Dall'inizio del 2007 esercito e separatisti tamil sono impegnati in una nuova fase della ventennale guerra civile, che dal 1983 ha ucciso circa 70mila persone. “Mentre assistiamo a omicidi quotidiani, rapimenti e altre forme di crimini sociali – denuncia mons. Gomis – l’intero processo della democrazia è in via di erosione. Per questo chiediamo con urgenza a tutte le parti coinvolte di trovare immediatamente una soluzione duratura alla crisi”.
“Non possiamo seminare odio – avverte il vescovo De Chickera – e aspettarci un raccolto di pace; la promozione e la giustificazione della guerra con la promessa di una pace illusoria è immorale e controproducente”. “Anche se sembra non esserci più tempo – conclude il leader anglicano – è ancora possibile agire sulla base di una comune volontà politica che possa salvarci tutti. Il vostro mandato di politici eletti democraticamente non vi lascia altra scelta”.