Leader Vhp: Decapitazione per chi converte gli indù al cristianesimo
Praveen Togadia, segretario generale del movimento estremista indù Vishwa Hindu Parishad (Vhp), ha chiesto anche una nuova Costituzione. Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic): “Tentativi simili favoriscono le tensioni sociali, al solo scopo di ottenere potere politico ed economico”.
Mumbai (AsiaNews) – Praveen Togadia, segretario generale del Vishwa Hindu Parishad (Vhp – movimento estremista indù), chiede la pena di morte con decapitazione per chi cerca di convertire gli indù ad altre religioni. La rivendicazione è giunta al termine dell’incontro di tre giorni Akhil Bharatiya Dharmaprasar Karykarta Sammelan ad Ahmedabad, nel corso del quale il leader indù ha richiesto anche una nuova Costituzione indiana.
P. Cedric Prakash, gesuita direttore del Centro per i diritti umani, la giustizia e la pace di Ahmedabad “Prashant”, commenta: “Quanto detto da Togadia non è nulla di nuovo. Le sue parole sono contro lo spirito e la libertà custodite dalla Costituzione indiana, che garantisce ad ogni cittadino il diritto di pregare, praticare, diffondere e scegliere la propria religione”.
Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), spiega: “La propaganda d’odio di Togadia ha avuto spesso come risultato violenze consistenti contro musulmani, cristiani, dalit e altre minoranze indiane. Aggressioni e abusi contro i gruppi più emarginati dell’India sono parte di una concertata campagna di queste organizzazioni hindutva – la cui leadership è dominata da indù delle caste più alte – per promuovere e favorire le tensioni sociali, al fine di ottenere il potere politico ed economico”.
In tal senso, il leader del Vhp rappresenta una figura emblematica, che in passato ha promosso numerose iniziative discriminatorie contro le altre religioni. Il presidente del Gcic spiega: “Per lungo tempo Togadia ha sostenuto la necessità di una legge anticonversione in tutti gli Stati, per fermare in modo efficace le conversioni al cristianesimo dall’induismo”.
Inoltre, prosegue Sajan George, “egli ha distribuito in modo sistematico i Trishuls: pamphlet e volantini impregnati di retorica, che ‘avvertono’ i fedeli indù del pericolo imminente e di prepararsi alla violenza”. Secondo il presidente del Gcic, i Trishuls sono stati uno “sfacciato tentativo di militarizzare la società, travestito da programma religioso”.
Di recente, Togadia si è opposto alla bozza della Prevention of Communal and Targeted Violence bill, proposta dal National Advisory Council (Nac) di Sonia Gandhi – che dà al governo centrale il potere di prendere misure dirette nei casi di violenza interreligiosa –, sostenendo che tale norma opprime gli indù e li identifica come una tribù criminale, riducendoli così cittadini di seconda classe. (NC)
P. Cedric Prakash, gesuita direttore del Centro per i diritti umani, la giustizia e la pace di Ahmedabad “Prashant”, commenta: “Quanto detto da Togadia non è nulla di nuovo. Le sue parole sono contro lo spirito e la libertà custodite dalla Costituzione indiana, che garantisce ad ogni cittadino il diritto di pregare, praticare, diffondere e scegliere la propria religione”.
Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), spiega: “La propaganda d’odio di Togadia ha avuto spesso come risultato violenze consistenti contro musulmani, cristiani, dalit e altre minoranze indiane. Aggressioni e abusi contro i gruppi più emarginati dell’India sono parte di una concertata campagna di queste organizzazioni hindutva – la cui leadership è dominata da indù delle caste più alte – per promuovere e favorire le tensioni sociali, al fine di ottenere il potere politico ed economico”.
In tal senso, il leader del Vhp rappresenta una figura emblematica, che in passato ha promosso numerose iniziative discriminatorie contro le altre religioni. Il presidente del Gcic spiega: “Per lungo tempo Togadia ha sostenuto la necessità di una legge anticonversione in tutti gli Stati, per fermare in modo efficace le conversioni al cristianesimo dall’induismo”.
Inoltre, prosegue Sajan George, “egli ha distribuito in modo sistematico i Trishuls: pamphlet e volantini impregnati di retorica, che ‘avvertono’ i fedeli indù del pericolo imminente e di prepararsi alla violenza”. Secondo il presidente del Gcic, i Trishuls sono stati uno “sfacciato tentativo di militarizzare la società, travestito da programma religioso”.
Di recente, Togadia si è opposto alla bozza della Prevention of Communal and Targeted Violence bill, proposta dal National Advisory Council (Nac) di Sonia Gandhi – che dà al governo centrale il potere di prendere misure dirette nei casi di violenza interreligiosa –, sostenendo che tale norma opprime gli indù e li identifica come una tribù criminale, riducendoli così cittadini di seconda classe. (NC)
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