Le questioni morali hanno deciso il voto per Bush
Washington (AsiaNews) La preoccupazione più importante che ha spinto gli elettori a votare per George Bush è quella etica. Le sue posizioni su aborto, divorzio, matrimonio omosessuale, manipolazione genetica hanno determinato una coalizione fra cattolici, evangelici, neri, ispanici che ha indebolito il fronte democratico di Kerry, giudicato meno affidabile su questi temi.
Lo sostiene il Washington Times di oggi, presentando una ricerca su scala nazionale realizzata dall'istituto Edison Media Research and Mitofsky International su 13.531 votanti. Il sondaggio afferma che per il 22% degli elettori americani i temi morali sono stati "l'argomento più importante" per la scelta alle urne. Seguono l'economia e il lavoro (20%), il terrorismo (19%) e la guerra in Iraq (15%).
Anche i referendum sulla proibizione dei matrimoni omosessuali, svoltisi in contemporanea con le elezioni presidenziali in diversi stati, hanno dimostrato l'importanza delle questioni etiche nel voto del 2 novembre. Tutti gli 11 referendum hanno bocciato la proposta di equiparare il matrimonio fra uomo e donna a quello fra persone dello stesso sesso. Le percentuali dei sostenitori del matrimonio uomo-donna sono state molto alte in tutti gli stati dove si è votato: dal 57% in Oregon al 62% in Ohio, fino al Mississipi (86%). "Il diffuso appoggio che gli americano hanno dato ai temi del matrimonio e della famiglia, e ai candidati che hanno sostenuto questi valori, mostra che questo è stato "l'anno dell'elettore dei valori'" afferma Gary Bauer, presidente dell'American Values, già candidato alla presidenza Usa.
Nel corso della sua campagna elettorale Bush ha riscosso molti consensi quando - utilizzando espressioni tipiche di Papa Giovanni Paolo II - ha parlato di "cultura della vita", "santità del matrimonio", "l'importanza della famiglia". In particolare, Bush ha ricevuto sostegno grazie alla sua firma per impedire l'aborto tardivo.
Ieri la Christian Defense Coalition ha indicato nella forte affluenza di elettori evangelici e pro-life uno dei punti chiave della vittoria di Bush.
Secondo il reverendo Rob Schenck, presidente del National Clergy Council "queste elezioni dimostrano che gli esponenti del partito democratico si sono allontanati troppo dal consenso morale dell'americano comune. Se vogliono avere ancora rilevanza politica devono riesaminare le loro posizioni sulle principali questioni morali, come la sacralità della vita umana e del matrimonio, e il riconoscimento pubblico di Dio".
L'attenzione di Bush ai temi religiosi ha riscosso notevole successo tra gli elettori ispanici, tra i quali molti sono notoriamente cattolici. Nell'elezione del 2000 il 31% degli ispanici aveva votato per Bush: quest'anno lo ha scelto il 44%. Il voto repubblicano nell'elettorato nero è cresciuto in modo più contenuto (9% nel 2000, 11% nel 2004), ma è risultato decisivo nell'Ohio, lo stato chiave per l'elezione di Bush.
Leonard Leo, un consigliere cattolico per la campagna del presidente Bush, ha dichiarato che il 51% dei cattolici americano ha votato per la rielezione di Bush, con un incremento del 4% rispetto al voto del 2000. Tra i cattolici praticanti tale percentuale arriva al 55%.25/02/2005